“Come mai si è deciso di porre riparo solo adesso ad una situazione che poteva esser prevista sin dall’inizio di luglio, vale a dire in concomitanza con l’indisponibilità di tre dirigenti medici? Forse si credeva che i sei pediatri attualmente in servizio sarebbero stati in grado di “fare i salti mortali” pur di garantire la piena operatività dei due reparti? Oppure, si è deciso di procedere con “avvisi per incarichi” e “richieste di personale” alla luce delle polemiche sollevate, in particolar modo a livello politico, per la delicatissima questione Utin?” Lo dichiara oggi la deputata (Gruppo Misto) Rosalba De Giorgi dopo una visita alla Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale di Taranto, che ha problemi di organico medico. De Giorgi interviene dopo che ieri Asl Taranto ha annunciato la pubblicazione di un avviso urgente per incarichi a tempo determinato per “dirigenti medici neonatologi intensivisti” chiedendo anche l’invio a Taranto di “neonatologi intensivisti” per garantire la piena funzionalità dell’Utin.
“Insomma – afferma De Giorgi – sembra che qualcosa stia cominciando a muoversi anche se non riesco a trovare una spiegazione al perché di questa tempistica”. Per De Giorgi, a Taranto, al Santissima Annunziata, l’Utin “è operativa solo parzialmente. Questo significa – afferma – che non è a regime proprio a causa della carenza di medici pediatri. Mi è stato spiegato – prosegue – che le situazioni complesse possono essere gestite, ma se si deve far fronte ad un’emergenza (ad esempio, una crisi respiratoria che richiede l’intubazione del piccolissimo paziente con il conseguente suo ricovero in rianimazione), il neonato viene trasferito in un nosocomio (quello di riferimento è a Bari, a circa 100 chilometri di distanza) capace di garantirgli un’assistenza continua, 24 ore su 24, che allo stato l’Utin di Taranto non può assicurare solo per la mancanza di personale”. De Giorgi conclude auspicando che la situazione dell’Unità di Terapia Intensiva Neonatale di Taranto “non resti la stessa per molto e che tutte le soluzioni che si andranno ad adottare (si spera velocemente) possano risultare definitive per rispetto ad un territorio “condannato”, purtroppo, a convivere con emergenze di qualsiasi tipo”. (AGI)
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