ArcelorMittal, per ultimare la copertura dei nastri trasportatori del siderurgico di Taranto, ottiene dal ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, una nuova proroga. Ma è fortemente ridotta rispetto alla richiesta dell’azienda: 14 mesi da maggio scorso, precedente data di completamento. Con un decreto, il ministro ha infatti disposto che i lavori, previsti dalla prescrizione numero 6 dell’Autorizzazione integrata ambientale, devono essere tutti ultimati entro il prossimo 30 aprile. Invece per nastri e torri in quota, la data è anticipata al 31 gennaio prossimo. Oggi, intanto, alle 15, nella sala degli Arazzi del Mise, il ministro Stefano Patuanelli incontra di nuovo i sindacati metalmeccanici insieme ad Invitalia, la società Mef incaricata del coinvestimento dello Stato nel capitale di ArcelorMittal. Non è stata invitata l’azienda.
È il terzo incontro a distanza ravvicinata su ArcelorMittal avendo già Patuanelli incontrato lo scorso 23 settembre i sindacati. Questi ultimi, poi, hanno incontrato i rappresentanti di Mise, Lavoro, Ambiente ed Economia, insieme ad Invitalia, lo scorso lunedì per un nuovo punto di situazione. Circa la copertura dei nastri, che trasportano le materie prime della produzione dal parco minerali, dove sono stoccate, agli impianti, il ministro Costa dispone nel decreto che, fermo restando la scadenza del 30 aprile 2021, il gestore, cioè ArcelorMittal, deve procedere “a dare celere è sostanziale avvio delle attività di chiusura dei nastri e torri in quota, fino al loro totale completamento (100%) da effettuarsi nel più breve tempo possibile e comunque non oltre il 31 gennaio 2021”. L’ultimazione di tutte le prescrizioni ambientali Aia per il siderurgico di Taranto resta invece confermata al 23 agosto 2023,così come prevede il Dpcm di settembre 2017 (è il provvedimento che ha recepito l’Aia stessa). Entro 15 giorni dalla data del decreto di Costa – arrivato al limite della data di scadenza, 30 settembre 2020 -, ArcelorMittal, tramite i commissari straordinari, deve indicare il cronoprogramma per l’esecuzione dei lavori allineati alla nuova tempistica. Il gestore, inoltre, deve trasmettere ogni settimana lo stato di avanzamento dei lavori di copertura, la cui funzione è quella di evitare la dispersione nell’aria delle polveri delle materie prime. Attualmente, la copertura dei nastri è intorno al 70 per cento ed ha già ottenuto proroghe rispetto alla data di completamento iniziale. L’ultima proroga – contestata sia da Arpa Puglia che dal Comune di Taranto – è stata chiesta dall’azienda a causa del Covid 19, che nei mesi precedenti ha bloccato tutti i cantieri Aia anche per la necessità di dover contingentare l’accesso di forza lavoro in fabbrica, sia diretta che esterna. Nel nuovo decreto, Costa stabilisce misure addizionali di mitigazione in presenza di condizioni meteo che possano favorire la diffusione delle polveri. Il ministro stabilisce che “anche nelle condizioni normali di esercizio e nel rispetto delle nuove tempistiche”, ArcelorMittal deve ridurre la quantità specifica di materiale depositata per superficie di nastro, ridurre la velocità di marcia del nastro e ridurre le altezze di salto del materiale del nastro. Di qui l’anticipazione a gennaio 2021 della chiusura di nastri e torri in quota. Nel decreto si chiede poi all’azienda di intensificare le operazioni di bagnatura dei cumuli di materie prime e di considerare “modalità alternative di trasporto”. Oltre a fornire un ceck lavori ogni settimana, ArcelorMittal, entro il 31 dicembre prossimo, deve redigere una relazione di dettaglio “atta a garantire il raggiungimento degli obiettivi ambientali del decreto”. Da vedere, ora, quale sarà la reazione di ArcelorMittal alle nuove misure di Costa. L’azienda in conferenza dei servizi ha fatto presente che anticipare il traguardo intermedio per le strutture in quota da febbraio 2021 a gennaio 2021, anticipo che riguarderebbe non il 90 per cento ma il 100 per cento, comporterebbe la fermata, alla stessa data, dell’altoforno 4. Uno dei due attualmente in marcia nel siderurgico. L’altro è l’1 mentre il 2 è fermo da marzo. I nastri in quota dell’altoforno 4 hanno come completamento il 30 giugno 2021 e di conseguenza, dice l’azienda, non essendo completi i lavori a fine gennaio prossimo, da quel momento l’altoforno 4 dovrebbe rimanere fermo per 5 mesi con una perdita di 800mila tonnellate di ghisa. Qualche giorno fa fonti ArcelorMittal avevano dichiarato che lo stop all’uso dei nastri in quota, la riduzione di materiale trasportato e la riduzione della velocità di marcia dei nastri, sarebbero state ragioni che avrebbero potuto portare l’azienda alla possibilità di recedere dal contratto di fitto degli impianti (partita su cui è già in atto un altro contenzioso con Ilva in amministrazione straordinaria per i canoni non pagati) senza pagare alcuna penale. (AGI)
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