L’amministrazione comunale di Taranto ha espresso oggi un “no categorico all’ennesima richiesta di differimento termini avanzata da ArcelorMittal Italia, oggi Acciaierie d’Italia, rispetto ad alcune prescrizioni Aia contenute nel piano ambientale relativo al Dpcm del 29 settembre 2017”. Lo annuncia l’assessore all’Ambiente del Comune di Taranto, Paolo Castronovi, che, su delega del sindaco Rinaldo Melucci, è intervenuto nella conferenza di servizi speciale che racchiude i vari soggetti competenti in materia ambientale relativamente allo stabilimento siderurgico. Castronovi ha trasmesso alla struttura del Ministero per la Transizione Ecologica (ex ministero Ambiente) l’indirizzo ricevuto dal sindaco Rinaldo Melucci.
“Nello specifico – dichiara il Comune di Taranto evidenziando il suo dissenso rispetto alla richiesta della ex Ilva – si tratta delle prescrizioni UP2 (rimozione cumulo polveri e scaglie in area Parco Minerale) e UP3 (gestione di fanghi acciaieria, fanghi d’altoforno e polverino d’altoforno), riguardanti materiali altamente inquinanti che richiedono procedure di smaltimento serrate e improrogabili, che il gestore dell’ex Ilva ha chiesto di differire rispettivamente a dicembre 2022 e agosto 2023”. “Queste prescrizioni, attraverso il decreto ministeriale n. 276 del 30 dicembre 2020 – ha spiegato l’assessore Castronovi – erano già state oggetto di differimento. Un ulteriore provvedimento di questo tipo non è concedibile, per quel che ci riguarda, perché parliamo di quantità enormi, centinaia di migliaia di tonnellate, che avrebbero dovuto essere rimosse e gestite da tempo, al netto delle difficoltà insorte con il Covid”. “La proroga – ha sostenuto Castronovi – è un alibi che non possiamo più concedere a nessuno, ci auguriamo che la nostra determinazione sia la medesima di quello che oggi si chiama ministero per la Transizione Ecologica”. (AGI)
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