“Penso che questa struttura possa diventare il fiore all’occhiello nell’ambito di una visione diversa che bisogna avere della città. Io focalizzerei molto l’attenzione sulla ricerca e sulla prevenzione e da questo punto di vista, anche grazie alla chiacchierata avuta con il Presidente, avv. Salvatore Sibilla, penso che si possa mettere in campo qualcosa di importante, anche in accordo con la Regione, ma soprattutto utilizzando i Fondi europei, che spesso vengono utilizzati male. La Cittadella potrebbe diventare, un po’ alla volta, una struttura di rilievo. Ci sono gli spazi, c’è il management adeguato, bisogna coinvolgere gli stake holders del territorio, partendo dagli imprenditori privati con i quali va sviluppata una sinergia e poi con l’Università , che potrebbe svolgere qui una parte della ricerca”.
L’on.le Nicola Caputo, europarlamentare e membro della Commissione “Ambiente e sanità pubblica” a Strasburgo, è rimasto favorevolmente impressionato dalla visita ufficiale, alla Cittadella della Carità, realizzata prima di partecipare alla tavola Rotonda “Ambiente e salute: quali prospettive per Taranto città d’Europa”, che ha visto la partecipazione di Gianni Azzaro, Consigliere provinciale, Michele Conversano, Direttore del Dipartimento di prevenzione della Asl di Taranto, don Antonio Panico, Vicario episcopale della Salvaguardia del Creato e Salvatore Sibilla, presidente della Fondazione Cittadella della Carità. Sulla visita l’on. Caputo ha affermato: “Dalla visita alla struttura traspare la passione per il prossimo del personale medico e paramedico. Mi ha colpito molto come il personale tratta gli anziani. Davvero un’eccellenza in questo senso, io ne ho visitate molte di strutture di questo genere e in poche ho trovato un coinvolgimento così sincero”. Su quello che potrebbe essere uno sviluppo possibile di questa struttura l’on Caputo ha detto: “Prevedere l’ampliamento delle attività focalizzando l’attenzione sulla ricerca. Io trasformerei la Cittadella della Carità in Cittadella della Prevenzione, realizzando quello che era il sogno originario di mons. Motolese, diversificare guardando ai bisogni sociali del territorio. Questa struttura è enorme, ha molti spazi a disposizione, si può fare molto”.
La tavola rotonda ha accomunato i settori dell’ambiente e della salute, intimamente connessi, considerate le tante difficoltà derivanti dal volere salvaguardare sia il lavoro che la salute in una città che paga lo scotto di ammodernamenti industriali e processi di miglioramento non realizzati.
Il dott. Conversano del Dipartimento di prevenzione ha sottolineato come da anni Taranto sia in prima linea per iniziative di screening a largo raggio sulla popolazione. “Non dobbiamo immaginare che il danno ambientale si esaurisca rapidamente, il passato ci inseguirà per almeno altri 20 anni. Ma è bene sapere che le Istituzioni, in primis la ASL, se ne occupano in maniera costante. Abbiamo già effettuato 26.000 screening per malattie dell’apparato cardiocircolatorio collegate all’inquinamento ambientale e collaboriamo attivamente con molte Università”. Ma la salute si preserva anche attraverso la cultura, solo un grado elevato di istruzione consente al singolo una efficace prevenzione.
Mons. Antonio Panico ha indicato il lavoro costruttivo della Arcidiocesi nello studio dei fenomeni sociali correlati all’inquinamento ed alle prospettive di uno sviluppo diversificato, possibile e necessario. Sull’ambiente l’Arcivescovo mons. Santoro ha sempre avuto un’attenzione particolare, contribuendo a realizzare un dialogo costruttivo tra salute ambiente e lavoro.
Il consigliere Gianni Azzaro si è soffermato sulle linee che la Provincia ha delineato sulle questioni ambientali : dare corretta informazione, risposte consapevoli, totale rifiuto di ogni forma di prevaricazione. Si parla di sviluppo futuro, di cura, responsabilità, necessità di istruzione e cultura.
Per una Taranto migliore. “Taranto mi ha dato una sensazione di grande apertura e bellezza – ha affermato Caputo. Il problema è che in troppi anni non si è fatto nulla per salvaguardare la salute dei cittadini, bisognava lanciare qualche allarme, in Europa parliamo di early warnings. Se ne può uscire solo con una visione strategica, questa città deve riappropriarsi del proprio futuro con assets diversi, partendo dal mare e dall’ambiente, per ridare lustro ma soprattutto tranquillizzare, perché questo è un periodo dove l’allarmismo non aiuta”.
Il neo presidente Avv. Sibilla ha voluto fortemente questa tavola rotonda, come segno di una profonda attenzione della Fondazione Cittadella della Carità, istituzione ecclesiale sempre attenta a sviluppare la sua vocazione primaria al servizio del territorio.
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