di Paolo ARRIVO
Provato ma non dimesso. Giancarlo Cito non ha più la stazza di un tempo, dei suoi tempi d’oro: la salute è cagionevole, e gli impedisce di prendere parte a un incontro, organizzato dagli alleati della destra nazionale. Manifestazione elettorale a sostegno del partito di Giorgia Meloni, “Fratelli d’Italia”. Lo spazio è angusto dentro. Fuori anche peggio, con le contestazioni sonore di alcuni ragazzi, che non gradiscono la presenza a Taranto di Caio Giulio Cesare Mussolini, nipote del Duce. “Mi manca l’aria, non posso entrare”, dice Cito prima di confidare al nostro giornale le sue opinioni personali. Sull’attualità, sulla politica, sui temi che interessano la comunità ionica la sua posizione è sempre vigile, attenta.
“Cosa ne penso della visita del vicepremier? Se la poteva risparmiare. Ha già preso in giro il suo elettorato che, sentendosi tradito, lo sta abbandonando. Lo dico usando termini moderati: non si può venire qui per speculare sulla pelle degli abitanti. Perché di certo, dicendo falsità non fa il bene del nostro territorio, sempre più svuotato per il calo della popolazione impressionante”. La venuta di Luigi Di Maio, dei ministri competenti in Sanità e Ambiente, non può che essere considerata una passerella istituzionale, voluta in vista della prossima tornata elettorale (“Ci sono le europee. È chiaro”).
Quanto alla questione ambientale, il sindaco che portò Taranto al quarto posto nella classifica della qualità della vita tra le province italiane, denuncia di essere una vittima dell’inquinamento. Una delle tante: “Lo siamo tutti. Io ho avuto un tumore maligno al fegato, devastante. Se sono ancora in piedi, solo il Padre Eterno posso ringraziare: a quanto vedo, nessun passo in avanti è stato fatto nell’opera di risanamento, di verifica e controllo delle emissioni inquinanti”.
Al netto delle promesse, rassicurazioni sulla abolizione dell’immunità penale, “qui si continua a morire: la realtà dei fatti è questa. Il resto, solo chiacchiere”, chiosa l’ex parlamentare. I dati gli danno ragione: Taranto indossa la maglia nera per malattie cancerogene professionali. Lo attesta l’Osservatorio statistico dei Consulenti del Lavoro in una indagine riferita agli ultimi due anni.
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