Con una norma inserita nel Dl Milleproroghe, “si sottraggono importanti risorse alle finalità di bonifica e ripristino, già previste dalle precedenti disposizioni legislative, per destinarle agli investimenti nel ciclo produttivo dell’acciaio spacciandoli per progetti di decarbonizzazione”. Lo afferma il deputato M5S, Gianpaolo Cassese, a proposito dell’ex Ilva di Taranto, ora Acciaierie d’Italia (ArcelorMittal e Invitalia, quest’ultima per conto dello Stato).
Secondo Cassese, il decreto legge Milleproroghe, firmato ieri dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che a breve sarà pubblicato in “Gazzetta Ufficiale” e che verrà assegnato all’esame delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera, introduce “modifiche relative alla destinazione delle risorse del patrimonio destinato, costituito mediante le risorse finanziarie derivanti dai fondi sequestrati alla famiglia Riva ed acquisite da Ilva spa in amministrazione straordinaria. Questa parte del provvedimento – afferma Cassese – impone a mio avviso massima cautela e, come credo, una modifica a tutela dei cittadini che hanno già patito abbastanza”.
Per Cassese, “anziché finanziare gli investimenti produttivi con risorse proprie o mediante i fondi del Pnrr e del programma Next Generation EU, Acciaierie d’Italia si fa finanziare dal Governo attingendo alle risorse destinate alle bonifiche che la città di Taranto e il territorio tutto attende da anni. Bonifiche che resteranno prive di coperture finanziarie”.
“Dalla relazione illustrativa del decreto – spiega il parlamentare M5S eletto a Taranto – si calcola, in maniera sin troppo ottimistica, che per le aree rimaste in capo ad Ilva in amministrazione straordinaria, ed escluse dal contratto di affitto stipulato con AdI, necessiterebbe la sola somma di 100 milioni di euro, di cui una buona parte già spesi”.
“In realtà – afferma Cassese – i numerosi e importanti interventi rimasti in capo ad Ilva in amministrazione straordinaria necessitano di somme molto ma molto più consistenti: da quelli sulla gravina Leucaspide a quelli per lo smaltimento/recupero di alcune centinaia di migliaia di tonnellate di fanghi d’altoforno e fanghi di acciaieria, dalla messa in sicurezza permanente e gestione post operativa di diverse, grandi e complesse discariche agli interventi sulle collinette ecologiche a ridosso del quartiere Tamburi”. Inoltre, rileva Cassese, “molte di queste aree sono tuttora sottoposte a sequestro giudiziario”. “C’è un’evidente approssimazione nell’elaborazione del testo di questo decreto legge, che dev’essere assolutamente corretta in sede di conversione”, conclude Cassese. (AGI)
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