A SEGUITO DEL DIBATTITO ORIGINATO DALLA MOZIONE DI SFIDUCIA OPERATA NEI CONFRONTI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI TARANTO, SI REGISTRA LA RIFLESSIONE DI UNO DEGLI ESPONENTI DEL MOVIMENTO POLITICO “IO C’ENTRO”, COSTANZO CARRIERI.
Qui di seguito il suo intervento.
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Pietro Nenni sosteneva che “la politica non si fa con i sentimenti… figuriamoci con i risentimenti.” Basterebbe questa citazione per commentare la portata delle reazioni, dall’evidente tenore intimidatorio, che determinati partiti hanno pubblicizzato sulla stampa a seguito di quanto accaduto a Taranto, in occasione della mozione di sfiducia nei confronti del presidente del Consiglio comunale. Un evento che, pur previsto e regolamentato da apposite norme, ha suscitato un’ondata di sdegno tale da spingere alcuni esponenti di partito a parlare di “vendette”, di “accordi sottobanco” e di “oltraggio alla democrazia” per poi arrivare ad “avvertire” che per chi si era reso protagonista di quell’iniziativa non ci sarebbe più stata un’eventuale collocazione nei loro schieramenti politici.
Premesso che ognuno è padronissimo di utilizzare le modalità e le espressioni comunicative che ritiene più opportune, mi sembra che l’aver intimato una sorta di scomunica “a divinis” per tutti coloro che hanno manifestato il loro voto favorevole alla sfiducia del presidente del Consiglio comunale avesse solo l’intenzione di essere una prova di forza… depotenziata. Eh sì, perché fino a prova contraria nessuno ha chiesto di poter essere riaccolto fra le braccia di chi lo ha già ripudiato mesi addietro. Fino a prova contraria, nessuno dei firmatari della mozione stava attendendo un segno di assenso prima di poter esercitare la propria legittima scelta. Così come, fino a prova contraria, nessuno deve giustificare il proprio operato soprattutto a chi, invece, pensa di poter manovrare il pensiero e le azioni altrui.
“Minacciare” di non avere più un futuro politico, oltre ad essere un’azione che non spaventa nessuno, appare come il frutto di un chiaro e disperato tentativo da parte di chi, allontanandosi da qualsiasi ragionamento e riflessione di natura politica, sa che per poter recuperare autorevolezza non gli resta altro che giocarsi l’ultima carta a disposizione, conscio che non è nemmeno quella vincente.
Sarebbe stato, invece, più opportuno privilegiare l’aspetto politico della vicenda senza fornire una versione dei fatti parziale. Sarebbe stato più proficuo che le parti non avessero aperto un dibattito sui giornali con le minacce, ma un confronto politico serio, costruttivo, approfondito e tutto questo senza dimenticare che il presidente del Consiglio comunale sfiduciato ha ricoperto un ruolo su indicazione di una maggioranza che non è più la stessa di allora e che lui stesso ha tradito non rispettando la terzietà e l’imparzialità che quella carica impone. Adesso a governare la città c’è una maggioranza che, superando gli ostacoli che le vengono quotidianamente frapposti, sta continuando a lavorare per gli obiettivi programmatici che si era prefissata e che, a tutt’oggi, non sono cambiati nell’esclusivo interesse della collettività. Una maggioranza che hanno tentato, con esiti poi rivelatisi fallimentari, di “mandare a casa” inventando ragioni risibili e sconfessate dall’evidenza dei fatti. Una maggioranza che sta portando avanti con decisione quel processo di rigenerazione sociale, culturale, economica ed ambientale con una serie di interventi ed opere strutturali che, in fase di programmazione ed attuazione, cambieranno il volto della città. Sono tantissimi gli esempi che possono essere elencati: dalla riqualificazione delle aree periferiche cittadine (come il quartiere “Tamburi”) al recupero e ristrutturazione dei prestigiosi Palazzi del centro storico; dalla realizzazione del Waterfront della città vecchia alla rinnovata fruibilità del Museo Majorano e del MUDIT; dalla nascita del Parco dell’Arte e della Musica- BAC, dove sorgerà anche il nuovo Teatro, al rifacimento e ristrutturazione di centri ed impianti sportivi come lo “Stadio Valente” per l’atletica leggera ed il PalaRicciardi; dalla rifunzionalizzazione dell’area dello storico “Lido Taranto” e della Scarpata del Lungomare alla riqualificazione delle Mura Aragonesi.
Ecco, alla luce di questo lavoro, ci saremmo aspettati un atteggiamento diverso da parte di chi ha, invece, preferito “processare e condannare” senza alcun contraddittorio, da parte di chi ritiene l’applicazione democratica delle norme una “violenza”, quando invece “violenza” è stata quella dello scorso febbraio, quando fu organizzata la spedizione dal notaio per far cadere l’Amministrazione nonostante tutti i passi compiuti per ripristinare la coalizione originaria, così come richiesto dai segretari regionali del centrosinistra. E come valutare l’assurda contestazione relativa al cambio di alleanze dopo che tre mesi prima quella integrazione era stata sottoscritta dai consiglieri di maggioranza, con l’assenso del segretario regionale? Il quale, all’epoca, preoccupandosi soltanto che gli esponenti del M5S avessero firmato (come poi avvenne), trascurò la presa di distanza del sottoscritto e della segretaria del PD da quell’atto con cui hanno poi convissuto per mesi prima di accorgersi che la composizione della maggioranza era cambiata?
Già, cosa aggiungere ancora a fronte di comportamenti dettati dall’arroganza tipica di chi crede di essere meglio degli altri? Probabilmente, nulla. Fatta salva la consapevolezza che la politica ha strade ben precise per far valere le proprie ragioni. Strade che però, pur essendo conosciute, più di qualcuno ha preferito ignorare.
Dal canto nostro, continueremo a lavorare con serenità ed impegno nell’interesse dei cittadini ispirandoci ai più sani valori che connotano l’area riformista.
COSTANZO CARRIERI
“IO C’ENTRO”
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