Lo staff organizzativo della Biblioteca in Ospedale, con il patrocinio dell’Asl di Taranto e l’ausilio dell’Associazione Socio-Culturale L’Obiettivo, prosegue con il progetto avviato nel 2016 che prevedeva non solo il servizio bibliotecario in Ospedale, ma anche la realizzazione di attività teatrali, cinematografiche, musicali e incontri con scrittori.
Grazie alla grande attenzione del Direttore Generale, dei Direttori Sanitario e Amministrativo, e della Direzione Medica, l’Ospedale SS. Annunziata si sta affermando come un polo di espressione culturale, un luogo in cui l’arte e la cultura si integrano al servizio della salute, offrendo spazi di conforto e ispirazione non solo agli addetti ai lavori, ma a tutta la cittadinanza.
Questo approccio evidenzia una visione moderna della cura, in cui il benessere dei pazienti non passa soltanto attraverso i trattamenti medici, ma anche tramite l’arricchimento culturale e l’interazione sociale. L’ospedale diventa così un punto di incontro tra medicina e cultura, tra scienza e umanità, trasformandosi in un luogo di speranza e di vita.
Il prossimo appuntamento, previsto per il 29 novembre dalle ore 18:30 alle 20:30 circa, vedrà protagonista il cantautore e scrittore tarantino Leo Tenneriello, un artista poliedrico che ha al suo attivo sei libri e sei album musicali, ricevendo ampi consensi di critica e numerosi riconoscimenti in ambito nazionale. Tra i suoi successi più recenti spicca la vittoria al Dora Nera Festival Noir di Torino con il racconto inedito “Perfetta”.
Durante la serata, che si terrà nell’Auditorium Padiglione Vinci dell’Ospedale SS. Annunziata, in via Bruno 1, a Taranto, Tenneriello presenterà il suo ultimo libro, “Sogno i leoni”, alternando la lettura dei suoi testi a momenti musicali tratti dal suo repertorio.
L’ingresso sarà libero, con prenotazione obbligatoria ai numeri: 339 6689179 – 349 1698968.
Questo evento ribadisce l’importanza di unire cultura e sanità, mostrando come l’arte possa diventare uno strumento di resilienza e speranza, capace di trasformare anche i luoghi della sofferenza in spazi di rinascita e condivisione.
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