Nove brindisini sono finiti in manette e altri due hanno l’obbligo di dimora per detenzione illegale e porto in luogo pubblico di arma da guerra del tipo kalashnikov e di arma comune da sparo, danneggiamento seguito da incendio, violenza privata, sequestro di persona, rapina, ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale, favoreggiamento personale, undici persone in manette. Dalle prime ore della giornata, in Brindisi, i carabinieri della Compagnia di Brindisi stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal GIP del locale Tribunale, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 11 persone (9 associati in carcere e due, come detto, all’obbligo di dimora), responsabili a vario titolo dei reati sopra indicati. I fatti sono riconducibili agli scontri dell’autunno scorso in Brindisi, allorquando due fazioni si sono fronteggiate con una serie di attentati e ferimenti con armi da fuoco, tra cui kalashnikov. Su molti episodi riguardanti gli scontri, erano già stati emessi due provvedimenti dell’autorità giudiziaria a carico di 9 persone. Le contestazioni del provvedimento odierno riguardano invece avvenimenti non contenuti nei primi due, per fatti commessi in Brindisi nel novembre 2017, comunque inquadrabili nella stessa dinamica.
Tutti i particolari dell’operazione verranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che avrà luogo alle 9 odierne al Comando Provinciale dei carabinieri.
Le indagini si riferiscono a due presunti gruppi riconducibili ad Antonio Borromeo e ad Antonio Lagatta, fermati nei mesi scorsi dai militari e tutt’ora in carcere, dopo la pronuncia del Tribunale del Riesame di Lecce. Gli episodi contestati sono riconducibili agli scontri dell’autunno scorso in Brindisi, quando due clan si sono fronteggiati a suon di attentati e ferimenti con armi da fuoco.
Le contestazioni contenute nel provvedimento odierno- secondo la ricostruzione operata dai militari – riguardano invece avvenimenti non contenuti nei primi due, per fatti commessi in Brindisi nel novembre 2017, comunque inquadrabili nella stessa dinamica. Sono accusati, a vario titolo, di sequestro di persone, minacce, violenza privata e porto e detenzione di kalashnikov. Alle 9 conferenza stampa al comando provinciale dei carabinieri di Brindisi.
Sono già in carcere i brindisini Antonio Borromeo, Antonio Lagatta, ritenuti antagonisti, e di Michael Maggi e Claudio Rillo, considerati legati al secondo, tutti arrestati dai carabinieri nel blitz Alto Impatto, il 7 novembre 2017, successivo alla guerra di mala in città iniziata nel mese di settembre.
La guerra di mala è iniziata la notte del 13 settembre 2017: furono esplosi colpi di kalashnikov contro la palazzina in piazza Raffaello, quartiere Sant’Elia, in cui Christian Ferrari era rientrato per un permesso premio di 36 ore, dalla comunità nella quale era ristretto ai domiciliari dopo l’arresto per la rapina da centomila euro alla gioielleria Follie d’oro dell’Ipercoop, avvenuta il 3 dicembre 2014.
La rapina con la successiva confessione del solo Ferrari, condannato anche in appello, è da considerare un primo motivo alla base dell’astio perché nelle dichiarazioni rese in sede di Riesame, il giovane non aveva mai scagionato Angelo Sinisi, fratello di Antonio Borromeo, condannato anche lui, assieme a Francesco Colaci, e Antonio Di Lena. Mai trovato il bottino.
Gli arrestatisono : Antonio Borromeo, Alessio Giglio (entrambi già in carcere), Antonio Lagatta, Antimo Libardo, Michael Maggi, Tiziano Marra, Diego Pupino, Claudio Rillo, Lorenzo Russo. Obbligo di dimora per Damiano Truppi e Vincenzo Vantaggiato.
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