Recuperato il corpo del povero Cosimo Massaro, il gruista di Fragagnano morto al IV sporgente dell’ex Ilva al porto, l’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Taranto registra un’accelerata. Sono infatti otto al momento gli indagati per la morte dell’operaio precipitato in mare con la gru il 10 luglio scorso.
La Procura di Taranto ha emesso avvisi di garanzia. Destinatari sono otto dirigenti della fabbrica: i militari della Guardia costiera hanno notificato il provvedimento di sequestro dell’area firmato dal procuratore Carlo Maria Capristo e dai sostituti Raffaele Graziano e Filomena Di Tursi che stanno coordinando l’inchiesta contestando l’ipotesi di omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro e omicidio colposo. Nel registro figurano l’ing. Stefan Michel Van Campe, gestore dell’unità produttiva per ArcelorMittal Italia dello stabilimento siderurgico di Taranto, Vincenzo De Gioia, capo Divisione Sbarco Materie Prime Parchi Primari e Rifornimenti, Carmelo Lucca, capo Area Sbarco Materie Prime dello stabilimento, Giuseppe Dinoi, capo Reparto di esercizio, Domenico Blandamura, capoturno di esercizio del IV sporgente, Stefano Perrone, membro della squadra di esercizio del IV sporgente, Mauro Guitto, capo del Reparto manutenzione meccanica di ArcelorMittal, Andrea Dinoi, capo Reparto di manutenzione elettrica della fabbrica.
Custodeominato giudiziario dell’intera area portuale posta sotto sequestro è l’ing. Pasquale Todaro, capo Parchi Primari del Siderurgico.
Intanto il medico legale Marcello Chironi su incarico della procura, ha effettuato una prima ispezione del cadavere: sul corpo sono state individuate diversi segni dell’impatto tra il corpo dell’operaio e la struttura della gru. Sarà tuttavia l’autopsia a chiarire se il decesso è avvenuto a causa dei traumi o per annegamento. Terminata l’autopsia, la salma sarà restituita ai familiari del povero Massaro.
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