Revocato dalle sigle sindacali Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm e Usb, lo sciopero del 3 marzo di 24 ore in ArcelorMittal, ex Ilva, indetto per protestare contro la trasformazione in cassa integrazione delle giornate di ferie o di permesso legge 104 (assistenza a congiunti in stato di fragilità) chieste dai dipendenti. Oggi c’è stato un confronto tra sindacati e azienda e quest’ultima, presente con i rappresentanti della direzione Risorse umane, Francesco Zimbaro, Andrea Masella e Francesco Latrofa, ha comunicato “che il ricorso alla sospensione del lavoro per causale Cigo Covid”, sigla di cassa integrazione ordinaria Covid, “è determinato in funzione degli assetti di marcia, volumi produttivi e attività necessarie valutate in ragione settimanale”.
Inoltre, si legge nel verbale scritto oggi, “l’azienda tiene conto delle eventuali assenze programmate dai lavoratori tra cui le ferie preventivamente concordate con i preposti aziendali come dal vigente contratto collettivo nazionale di lavoro”. Lo sciopero del 3 marzo era stato già promosso per fine febbraio in tre reparti del siderurgico sempre per la motivazione delle ferie trasformate da ArcelorMittal in cassa integrazione. È intervenuto un primo chiarimento tra le parti e lo sciopero iniziale è stato sospeso. Dopo pochi giorni, il problema si è ripresentato e i sindacati hanno indetto una nuova protesta, per l’1 marzo, stavolta in tutto lo stabilimento. Dall’1 marzo lo sciopero era stato poi fatto slittare al 3 marzo in segno di partecipazione al lutto che ha colpito la famiglia di un giovane dipendente di ArcelorMittal, morto a causa di un infarto nello spogliatoio della fabbrica. Oggi, infine, il nuovo confronto tra azienda e sindacati metalmeccanici e la revoca dello sciopero di mercoledì. (AGI)
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