“ARCELOR, PER ORA NESSUN OBBLIGO DI FERMO IMPIANTI”

La risposta dell'azienda all'ordinanza del sindaco Melucci

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ArcelorMittal replica adesso al sindaco affermando che la richiesta di cronoprogramma “non tiene sorprendentemente conto nè del fatto che Ilva e AMI hanno proposto appello avverso la sentenza del Tar di Lecce, nè tantomeno del fatto che il presidente della IV sezione del Consiglio di Stato ha adottato in data 19 febbraio il decreto con cui ha fissato per la data dell’11 marzo 2021 la camera di consiglio per la discussione delle istanze cautelari di Ilva e di AMI e per la data 13 maggio 2021 l’udienza pubblica per la trattazione del giudizio di merito”. Per l’azienda, “il presidente della IV sezione ha chiaramente affermato che, ad oggi, è ancora in corso il primo termine dei 30 giorni per l’individuazione degli impianti coinvolti nei fenomeni emissivi e per l’elimitazione di eventuali criticità o anomalie”. La richiesta del sindaco di Taranto, secondo ArcelorMittal, “non tiene in alcun conto la chiara pronuncia del giudice di appello, in base alla quale non sussistono certo le condizioni per reiterare alcuna richiesta relativa a presunti obblighi”. Pertanto, scrivono Ferrucci e Pascucci, in merito alla richiesta di cronoprogramma dello stop di cokerie, altiforni e acciaierie, AMI “non intende prestare acquiescenza alcuna e si riserva di intraprendere le opportune iniziative” dopo l’udienza del prossimo 11 marzo al Consiglio di Stato.
“Prima della scadenza del 16 marzo 2021 (scadenza che si verificherà dopo l’udienza camerale dell’11 marzo 2021 in cui il collegio si pronuncerà sulla istanza cautelare formulata con l’appello), non sussiste in capo ad AMI alcun obbligo di avviare le operazioni di fermata dell’area a caldo”. Lo scrivono per ArcelorMittal Italia il direttore delle Risorse Umane, Arturo Ferrucci, e il direttore dello stabilimento di Taranto, Loris Pascucci, in una lettera inviata al sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. La lettera esprime la posizione di AmInvestcoItaly, in sigla AMI, che è la società di ArcelorMittal. I contenuti della lettera sono stati diffusi oggi dall’ambientalista tarantino Luciano Manna. L’altro ieri il sindaco di Taranto aveva scritto all’azienda chiedendo di dettagliare tempi e modi del cronoprogramma di spegnimento degli impianti dell’area a caldo perché inquinanti. Questo a valle dell’ordinanza di fermata che lo stesso sindaco ha emesso a febbraio 2020 e che il Tar di Lecce ha confermato, con sentenza, lo scorso 13 febbraio, respingendo i ricorsi di ArcelorMittal, gestore in fitto degli impianti, e Ilva in amministrazione straordinaria, proprietaria degli stessi.

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