ARCELOR: “NESSUN PROBLEMA PER IL BILANCIO”

LA PRECISAZIONE DELL'AZIENDA

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“Non c’è alcuna questione sul bilancio 2020 perché c’è ancora tutto il tempo dato che si può andare al 30 giugno prossimo e comunque dopo il Consiglio di Stato di maggio prossimo. Inoltre, è già previsto da dicembre scorso che se Invitalia non vuole, non approva il bilancio 2020 e se ne prende l’onere Am Investco Italy”. Lo precisano oggi fonti vicine all’azienda in relazione al fatto che ieri il consiglio di amministrazione della nuova società siderurgica Acciaierie d’Italia, formata da ArcelorMittal Italia e Invitalia (società Mef che interviene per conto dello Stato), non ha proceduto, come previsto, all’insediamento del nuovo cda, con tre consiglieri espressione della componente pubblica e altrettanti rifermento di quella privata.
Il riferimento al Consiglio di Stato, fatto dalle fonti vicine all’azienda, riguarda la sentenza attesa dopo il 13 maggio, quando i giudici di Palazzo Spada saranno chiamati a confermare o bocciare la sentenza dello scorso febbraio del Tar Lecce la quale, validando una ordinanza del sindaco di Taranto di febbraio 2020, ha disposto lo spegnimento degli impianti dell’area a caldo del siderurgico entro 60 giorni perché ritenuti inquinanti. Impugnata sia da ArcelorMittal che da Ilva in amministrazione straordinaria, la sentenza del Tar Lecce è stata sospesa a marzo dal Consiglio di Stato in attesa del giudizio di merito.Le fonti vicine all’azienda aggiungono che “l’approvazione del progetto di bilancio 2020 di Acciaierie d’Italia è stata doverosamente regolata dagli accordi sottoscritti tra Invitalia e ArcelorMittal a dicembre scorso quando l’ ingresso di Invitalia era prevista per il 5 febbraio”.

“Secondo tali accordi – aggiungono le fonti – è possibile sia l’astensione che il voto contrario di Invitalia nel processo di approvazione bilancio 2020, con mantenimento di tutti i relativi diritti sia in assemblea che in consiglio di amministrazione”. Le fonti vicine all’azienda rilevano che “la usuale scadenza del 30 aprile per la approvazione dei bilanci, a causa dell’emergenza Covid, è stata prorogata per legge al 30 giugno per tutte le aziende e quindi il 30 aprile non rappresenta più un obbligo regolatorio”. “Inoltre – dicono ancora le fonti – il 13 maggio è attesa la sentenza del Consiglio di Stato sull’ordinanza del Comune di Taranto per lo spegnimento dell’area a caldo. Per rispetto verso questa deliberazione – si conclude -, l’organo amministrativo sceglierà di esaminare il progetto di bilancio solo successivamente”. Una volta che si insedierà il nuovo cda, Franco Bernabè, assumerà la presidenza di Acciaierie d’Italia.
Gli altri consiglieri espressione dello Stato sono Stefano Cao, amministratore delegato uscente Saipem, e Carlo Mapelli, docente del Politecnico di Milano, esperto di siderurgia. Al privato spetta invece designare l’amministratore delegato. Lo Stato entra nel cda della nuova società Acciaierie d’Italia a seguito di un versamento, perfezionato giorni fa, di 400 milioni. Lo Stato in tal modo acquisisce il 38 per cento del capitale sociale e diritti di voto pari al 50 per cento in base agli accordi. Entro maggio 2022, infine, è previsto il completamento dell’operazione. Lo Stato, con un ulteriore esborso di 680 milioni, salirà al 60 per cento e nominerà l’ad. Il privato, invece, scenderà al 40 ed effettuerà un versamento di 70 milioni.
Sempre il privato, infine, acquisterà da Ilva in amministrazione straordinaria i rami di azienda che dal novembre 2018 gestisce con contratto di fitto. L’acquisto è subordinato però ad alcune condizioni, tra le quali l’avvenuto dissequestro degli impianti dell’area a caldo di Taranto, ora concessi con facoltà d’uso fermo restando il sequestro del gip, per reati ambientali, di luglio 2012. (AGI)

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