“Ringraziamo l’assessore Borraccino per il lavoro svolto e per gli ultimi chiarimenti su questa vicenda a dir poco surreale, nella quale ancora una volta si è palesato l’ennesimo scippo ai danni della comunità tarantina. Comunità alla quale però diciamo: i Comuni, i sindaci e i tecnici non perdano la prossima occasione, il bando annunciato dall’assessore per implementare con circa 90 ettari in più, ma potrebbero anche aumentare, le aree della Zes Jonica”.
Lo dichiarano i consiglieri tarantini Giuseppe Turco (La Puglia con Emiliano) e Renato Perrini (Direzione Italia) a margine dell’audizione in IV Commissione Attività Produttive dell’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Cosimo Boraccino, sulla perimetrazione della ZES (Zona Economica Speciale) Jonica.
“Una perimetrazione – spiegano i due consiglieri ionici – che non ci ha convinti del tutto perché difforme da quanto stabilito dalla delibera di giunta regionale di agosto scorso e che taglia realtà importanti come ad esempio Crispiano e Palagiano o riduce in termini irrisori la presenza di Comuni come Manduria, con i suoi appena 9 ettari. L’assessore ci ha puntualmente spiegato che in molti casi è mancata quella sinergia tra uffici comunali e strutture regionali o che addirittura, in un caso, gli ettari assegnati sono diventai un decimo rispetto a quelli previsti per un mero errore materiale del Comune assegnatario. O che, peggio, qualche Comune ha persino proposto aree sottoposte a vincolo. Senza dimenticare che alcuni Comuni al momento delle candidature erano anche sotto Commissariamento, per lo scioglimento anticipato delle amministrazioni. Ci auguriamo quindi che i Comuni dell’area ionica rispondano in maniera chiara a questo bando aggiuntivo reperendo, sia chiaro, suoli e terreni pubblici. Perché sarebbe paradossale inserire terreni privati per i quali sarebbe poi necessario un esproprio con tutti i rallentamenti burocratici connessi. Insomma, verrebbe meno proprio lo spirito ispiratore delle Zes, le zone nate per velocizzare e incentivare la presenza di nuove aree produttive. E per una terra come quella di Taranto – concludono Turco e Perrini – che ha fame di lavoro e di crescita sarebbe, sarebbe davvero un peccato perdere questa occasione di rilancio economico-sociale”.