Come noto, la ratio del “Codice Rosso” è quella di ridurre la distanza tra l’Autorità Giudiziaria e le vittime di violenza domestica o di violenza di genere e consentire un più rapido ed efficiente intervento delle Forze di Polizia e della magistratura, evitando che le normali tempistiche procedurali possano pregiudicare la tempestività degli interventi a protezione delle vittime di reati di atti persecutori, violenza sessuale, maltrattamenti spesso perpetrati in ambito familiare.
Nella provincia di Taranto, nel primo semestre dell’anno, sono state attuate ben 153 procedure di “Codice Rosso” ed emessi 74 ammonimenti da parte del Questore, di cui 47 a seguito di indagini e 27 a seguito di querela sporta da parte della vittima.
Nella maggior parte dei casi trattati dagli investigatori della Squadra Mobile e della Divisione Polizia Anticrimine è emerso che i reati sono stati consumati all’interno delle mura domestiche ed in particolare in danno di donne e minori.
Nell’ultimo semestre la Polizia di Stato nella provincia jonica ha arrestato 5 persone e ne ha denunciato ben 42 tutte ritenute presunte responsabili di reati relativi alla violenza di genere.
Con l’introduzione del “Codice Rosso”, inoltre, sono state inasprite le pene di diversi reati e sono state introdotte 4 nuove fattispecie di reato: la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (revenge porn); la deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti; la costrizione o induzione al matrimonio; la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.
La Polizia di Stato è da sempre impegnata a contrastare e a prevenire la violenza di genere anche attraverso la consolidata campagna “Questo non è Amore”, che si svolge periodicamente nelle piazze di tutto il Paese, con l’intervento di personale specializzato della Squadra Mobile, della Polizia Anticrimine e del Servizio Sanitario.
Un importante supporto in tal senso è fornito anche dai poliziotti che prestano servizio nei Posti di Polizia istituiti presso i Pronto Soccorso degli ospedali, dove possono prendere immediati contatti con la vittima ed informare tempestivamente l’Autorità Giudiziaria nonché i competenti uffici della Questura.