Anche oggi proteste a Taranto per le polveri minerali che, spinte dal forte vento, colpiscono il rione Tamburi, vicinissimo agli impianti ex Ilva (ora Acciaierie d’Italia). Il vento che, ancora stamattina soffia sulla città dopo ieri pomeriggio e ieri sera, solleva infatti dalla fabbrica grandi quantitativi di polveri riversandole su case, strade e piazze del quartiere Tamburi. “E’ ora di dire basta a tutto ciò. La città deve reagire” protesta oggi il presidente di Confcommercio Taranto, Leonardo Giangrande. Da alcune ore, inoltre, sui social vengono postate le immagini delle ripercussioni del vento da parte di cittadini del rione ma anche di associazioni. “Le immagini giustamente postate sui social dai cittadini – dichiara il presidente Giangrande- ancora una volta confermano quanto sia assurdamente alto ed ingiustificato il prezzo che la città ed i tarantini continuano a pagare in nome della tutela della produzione nazionale dell’acciaio”.
“Anche in queste ultime ore, contrassegnate da forti venti, i cittadini, ed in particolare gli abitanti del quartiere Tamburi, sono costretti a restare chiusi nelle case e nei negozi per difendersi dalle polveri inquinanti e per non respirare un’area impregnata di agenti cancerogeni – sostiene Confcommercio -. Nulla può giustificare che la salute dei cittadini sia sistematicamente messa a rischio dalle emissioni inquinanti dello stabilimento siderurgico e che la produzione dell’acciaio non sia vincolata dalla Valutazione dell’Impatto Sanitario”. Secondo Confcommercio, “pensare che la decarbonizzazione possa essere realizzata in 10 anni, significa ipotecare la salute di una nuova generazione di futuri cittadini, a parte coloro che già oggi sono possibili vittime dell’inquinamento atmosferico”. “La transizione ecologica, la sfida che vede impegnata l’Italia e l’Europa, sembra essere molto lontana da Taranto” conclude Giangrande. Proprio a causa della vicinanza tra il rione Tamburi e l’acciaieria, le giornate di vento sono contrassegnate da Arpa Puglia come Wind Day e prevedono l’adozione di una serie di precauzioni cautelari. Da qualche tempo i parchi minerali del siderurgico, dove prima erano stoccate all’aperto le materie prime per la produzione, sono chiusi da grandi coperture ad arcate proprio per arginare la diffusione delle polveri ferrose, ma il fenomeno non è ancora scomparso. Nei giorni scorsi nelle scuole dei Tamburi sono stati anche collaudati gli impianti di ventilazione meccanica. Verranno accesi nei giorni del Wind Day assicurando il ricircolo dell’aria negli ambienti scolastici consentendo così agli alunni di restare a lezione anche con le finestre chiuse. (AGI)
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