È possibile che Italo Calvino, oltre cinquant’anni fa, avesse predetto l’Intelligenza Artificiale? È la domanda da cui è nato il libro “Italo Calvino e la profezia sull’intelligenza artificiale”, di Raffaella Capriglia, edito nell’agosto 2024 da Scorpione editrice. Il saggio scritto dalla giornalista, studiosa in ambito letterario, è una ricerca letteraria e linguistica, con riferimenti filosofici e cenni al giornalismo e alla comunicazione. È un omaggio allo scrittore e saggista Italo Calvino, di cui si è recentemente celebrato il centenario dalla nascita, ma anche un tentativo di unire all’indagine letteraria l’esperienza nel mondo della comunicazione, che si misura oggi con una nuova sfida: il confronto con le novità apportate dai sistemi di intelligenza artificiale. Di recente pubblicazione, in distribuzione nelle librerie e sulle librerie e piattaforme on line, Italo Calvino e la profezia sull’intelligenza artificiale sarà presentato il 30 agosto prossimo, dalle ore 19.30, nell’atrio del Castello episcopio di Grottaglie (Taranto), ingresso libero. Dopo gli interventi istituzionali dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Ciro D’Alò (previsti i saluti del vicesindaco Vincenzo Quaranta e dell’assessore alla cultura Antonio Vinci), dialogheranno con l’autrice Roberto Burano Spagnulo, past governatore Distretto Lions 108 AB e Piero Massafra, direttore editoriale di Scorpione editrice. Introdurrà e coordinerà la serata la giornalista Lilli D’Amicis, direttore di Oraquadra. La presentazione è patrocinata dal Comune di Grottaglie. Il libro “Italo Calvino e la profezia sull’intelligenza artificiale” di Raffaella Capriglia, Scorpione editrice, è disponibile nelle principali librerie e sulle librerie e piattaforme on line.
È possibile che Italo Calvino, oltre cinquant’anni fa, avesse predetto l’Intelligenza Artificiale? Nel 1967, affascinato dalle nuove teorie informatiche, nel saggio Cibernetica e fantasmi Calvino teorizzò la nascita di una “macchina narrante” che, forse, si sarebbe potuta sostituire all’uomo nella creazione letteraria, delineandone le potenzialità e i rischi. Oggi, dopo più di mezzo secolo, l’intuizione dello scrittore e saggista appare quasi una profezia. Rileggere la lezione di Calvino alla luce dei nuovi sistemi di intelligenza artificiale generativa può essere un percorso interessante attraverso le possibilità del linguaggio. Tra numero e parola, questa ricerca esplora il Calvino linguista ante litteram della riflessione sull’antilingua e del confronto con Pier Paolo Pasolini; analizza la lunga fase della scrittura come processo combinatorio, nata dall’incontro con il movimento Ou.li.po., l’Ouvroir de littérature potentielle, il “Laboratorio di letteratura potenziale” guidato da Raymond Queneau a Parigi, in cui operavano letterati, linguisti e matematici; esamina le tre principali opere della fase della letteratura combinatoria, Le città invisibili, Il castello dei destini incrociati e Se una notte d’inverno un viaggiatore; approda al “testamento” finale di Calvino, le Lezioni americane, in cui l’autore indica il suo modello di buona lingua e buona scrittura, contro “la peste del linguaggio”, l’astrattezza, “la perdita di forma”, in una realtà vista come pulviscolare e frammentata. L’opera e il contributo di Calvino sono infine comparati all’attualità, con cenni ai nuovi sistemi di Intelligenza Artificiale generativa e ai possibili effetti sul linguaggio, con le sue implicazioni sia nella produzione scritta, dal giornalismo alla narrativa alla saggistica, che, più in generale, sulla conoscenza.
Tra i pilastri della letteratura europea del Novecento, Italo Calvino non fu solo un geniale scrittore e narratore e un lucido e acuto interprete del suo presente. La sua influenza intellettuale fu così grande che sconfinò in ambito linguistico e filosofico, con una riflessione ampia sul senso delle cose e del mondo. Fu tra i primi ad intuire gli effetti dell’informatica e della cibernetica sul linguaggio e sulla comunicazione e ad anticipare i cambiamenti che sarebbero avvenuti nell’era digitale e delle nuove tecnologie. Questo lavoro vuole essere il tentativo di ripercorrere il contributo di Italo Calvino, da un punto di vista linguistico e ontologico, alla riflessione sulle potenzialità e sui limiti della lingua e della scrittura. È inoltre un’analisi del “metodo” che Calvino ha consegnato ai suoi lettori e, in generale, al mondo, come chiave per orientarsi nella comprensione dell’era in cui viviamo, caratterizzata da grandi polarità, disuguaglianze e transizioni presenti nella società dell’informazione, in cui alla parola e alla comunicazione è affidato un compito sempre più importante, ma in cui è difficile sfuggire da zone grigie e di indeterminatezza e dalle fake news. L’insegnamento di Calvino, messo alla prova delle nuove tecnologie informatiche, evidenzia ancora una volta opposti che convivono e che bisogna tentare di decriptare, attraverso le parole, per poter rapportarsi con leggerezza al futuro.
Biografia dell’autrice
Raffaella Capriglia, giornalista professionista; laureata in Lettere, con lode, all’Università del Salento. Vive a Grottaglie (Taranto). Firma e volto del giornalismo pugliese, ha lavorato per giornali, radio e tv; è stata per vent’anni conduttrice di tg e trasmissioni politiche e di attualità, redattrice ed inviata per Studio 100 tv, storica emittente regionale. Ha collaborato con alcuni quotidiani, tra questi il Corriere del Giorno di Puglia e Lucania, La Gazzetta del Mezzogiorno e La Repubblica e opera con altri media in ambito regionale e nazionale. Si occupa di comunicazione per enti pubblici e privati, in campo istituzionale e culturale. Ha ricevuto vari riconoscimenti, tra cui il premio Campione Giornalisti di Puglia 2020, il premio giornalistico Michele Palumbo 2023, il premio Donne in Cammino – Comitato Qualità della Vita 2019 e il premio Fondazione nuove proposte 2005. È stata docente di giornalismo nelle scuole. In ambito accademico, ha approfondito temi letterari, filologici e linguistici. Italo Calvino e la profezia sull’intelligenza artificiale, edito da Scorpione editrice, è il suo primo libro, in cui sono trattati e si integrano la ricerca letteraria e la sua esperienza nella comunicazione.