L’atleta di Taranto meta del pellegrinaggio laico degli sportivi tarantini, e non solo.
È l’idea che l’assessore allo Sport dell’amministrazione Melucci, Gianni Azzaro, ha condiviso con la direttrice del Museo Archeologico di Taranto, Eva Degl’Innocenti. «È stata proprio una sua vecchia dichiarazione – ha spiegato – a suggerirmi la possibilità che alla tomba oggi esposta al MarTA potessero essere affidate le ambizioni e le aspirazioni di professionisti, dilettanti, squadre e sportivi in genere, magari prima di gare importanti. Quella tomba è in sé un tesoro archeologico, ma la sua storia ci restituisce un valore simbolico ancor più grande: sport e cultura erano inscindibili nell’antichità. Con questa iniziativa vogliamo ripartire proprio da questo tema».
L’atleta di Taranto, quindi, campione in quattro discipline differenti come testimoniano le altrettante anfore panatenaiche poste agli angoli della sua sepoltura, si candida a diventare testimonial di buoni auspici per tutti gli sportivi. «Proporremo alle nostre squadre di effettuare questo pellegrinaggio – ha aggiunto l’assessore – in modo che questa pratica possa crescere e coinvolgere anche realtà nazionali. Pensiamo che nel 2026, quando apriremo i Giochi del Mediterraneo, l’atleta sarà una tappa imprescindibile per ogni sportivo in cerca di gloria».
L’assessore Azzaro, tuttavia, oltre l’aspetto promozionale dell’iniziativa vorrebbe costruire con il MarTA un rapporto più serrato, che coinvolga anche le scuole. «Vorremmo portare qui i più giovani – le parole di Azzaro – e costruire percorsi di approfondimento che spazino dalla pratica sportiva di base, magari riprendendo i gloriosi “Giochi della Gioventù”, alla buona alimentazione, realizzando anche l’antico assunto del “mens sana in corpore sano”. Se l’atleta di Taranto può darci una lezione, infatti, è che gli sportivi sapevano essere anche fini intellettuali: la raccoglieremo per consegnarla alle nuove generazioni».