Qui di seguito, un intervento del vice presidente del consiglio comunale di Taranto, Antonino Cannone.
“Credo che a volte avere un po’ di pazienza, sia sufficiente.
Io non so esattamente cosa sia accaduto, a noi dell’opposizione non è dato di sapere le cose intrinseche della maggioranza, ma devo dire che tutto quello che sta accadendo mi fa piacere, e sarei un ipocrita a non ammetterlo.
Dopo aver aspramente criticato, con ogni mezzo, interventi in Consiglio Comunale, sulla stampa e sui giornali on line, sui social, le scelte “esterofile” del Sindaco, finalmente, alcuni di essi paiono (è d’obbligo il dubbio sino alla certezza) essere stati abbandonati dal nostro e sostituiti con professionisti e politici appartenenti al nostro territorio.
A dire la verità, ci sarebbe ancora un residuo di extraterritorialità, ma non si può avere tutto dalla vita, o almeno non puoi aspirare che tutto avvenga nello stesso tempo.
Alcuni Assessori sollevati dall’incarico, tarantini e non, sono apparsi nel tempo ottimi professionisti, cosi come alcuni sono state delle meteore e nessuno si ricorderà del loro passaggio nella nostra città; mi va di ricordare del vice sindaco De Franchi e dell’architetto Scarci, che se pur nel “suo far di sognatore”, stava cercando di realizzare alcuni progetti importanti.
Quest’ultimo argomento, dopo aver sottolineato orgogliosamente il fatto che Taranto deve appartenere ai tarantini, ne abbiamo le capacità e le nostre intelligenze ed eccellenze lo dimostreranno, innesca un’atra osservazione.
Il nostro Sindaco, non ha un carattere assolutamente facile. Non si spiegherebbe diversamente, daltronde, se solo in dieci mesi della sua amministrazione, egli ha rotto i ponti con molti esponenti politici e della società civile a lui precedentemente vicini.
Tutto inizia con l’allontanamento dalla persona che piu di tutti avrebbe perorato la sua candidatura a Sindaco, parlo di Walter Musillo, che dopo il distacco si sarebbe messo a capo di alcuni consiglieri di maggioranza che oggi sono in aperto dissenso con Melucci, e cioè de Gennaro, Fuggetti, Simili, Festinante e Pulpo, che hanno prodotto una notevole riduzione del numero di consiglieri a lui vicini e che da una maggioranza quasi bulgara di 22/ 23 componenti si è ridotta a 17/18. E come non ricordarsi del suo Capo Gabinetto F. Fago, defenestrato dopo pochi mesi. Ed ancora il suo prendere le distanze dal Governatore Emiliano, che tanto si spese durante la sua campagna elettorale. E quindi, l’ assessore Franchitto, che lasciò l’incarico dopo poche settimane, e la revoca all’assessore Sebastio, che non esitò un attimo ad appoggiarlo al ballottaggio, e come appena ricordato le revoche dopo l’azzeramento della Giunta, a Scarcia, De Paola e De Franchi.
E che dire del forte litigio verbale avuto in Consiglio Comunale con i Revisori dei conti, che non apprezzarono il bilancio preventivo dell’Ente. E ancora degli attacchi subiti da parte dei sindacati unitari sulle questioni contrattuali inerenti il personale comunale; ed infine delle critiche mosse dall’ordine degli architetti, che pare sia stato(voci di corridoio) il motivo o uno dei motivi della revoca assessorile a Scarcia.
Io credo e spero che quest’ultime vicende, e le nuove nomine, possano portare un po’ di serenità in tutto l’ambiente e che possa, soprattutto, innescare una nuova fase progettuale, che veda la città e i suoi cittadini avere la precedenza su tutto il resto e che diventi la nostra città quello che il Sindaco proclamava nella sua campagna elettorale, “una città a dimensione di bambino”. Solo questo noi vogliamo. Pretendiamo, che i nostri figli non abbandonino, delusi, frustrati e tristi la nostra terra. Possiamo farcela. Anche dai banchi dell’opposizione saremo pronti a dare il nostro contributo,se sarà necassario, anche e sopratutto utilizzando la critica, e solo ed unicamente per il bene di Taranto.
Personalmente, continuerò a difendere con i denti tutto ciò che ci appartiene. Non ho mai voluto abbandonare la mia città, ne ho avuto di occasioni, perchè ho sempre voluto contribuire, nel mio piccolo, a migliorarla, e questo voglio fare. Il coraggio era restare, non andare via.
Signor Sindaco, faccia insieme ai suoi uomini, quello che aveva promesso: “alzi l’asticella” sui progetti futuri, non si abbandoni a futili e dispendiosi litigi, altrimenti lei, come alcuni suoi predecessori, avrà fallito e noi, purtroppo, saremo qui a certificarlo in tutta la sua gravità”.
Tony Cannone
Vice Presidente Consiglio Comunale