Il consigliere comunale Vincenzo Fornaro si rivolge al sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. Per mezzo di una diffida, con l’obiettivo di farlo “desistere dall’azione giudiziale intrapresa dinanzi al TAR di Lecce avverso il DCPM del 29 Settembre 2017”, si legge nell’oggetto. Diffida con “contestuale riserva di risarcimento danni in caso di desistenza”.
Io sottoscritto Vincenzo Fornaro, nella mia qualità di consigliere del Comune di Taranto nonché come rappresentante del Movimento Civico “Taranto Respira” ma innanzitutto come libero cittadino , sono a significarLe quanto segue.
Nei giorni scorsi si sono diffuse notizie in merito ad una sua eventuale rinuncia a proseguire l’azione intrapresa dinanzi al TAR di Lecce avverso il DCPM del 29 Settembre scorso che contiene il piano ambientale ILVA, ricorso attualmente sotto la competenza del TAR del Lazio. La sua azione aveva incontrato il favore di una larghissima parte della popolazione che, autotassandosi ,aveva intrapreso un’azione legale “ad adiuvandum”. Le sue affermazioni ,ascoltate e diffuse dai media, quali: ”Basta coi trucchi, basta con i numeri al lotto, basta con gli sgarbi politici ed amministrativi, basta con la flagellazione sistematica di un intero territorio, basta con il furto del futuro dei nostri bambini, si va al TAR, se in questo Paese esistono ancora dei valori non negoziabili dinnanzi al mercato e, magari ora, non ci si ferma nemmeno alla giurisprudenza nazionale”, mi avevano e ci avevano fatto ben sperare che finalmente il nostro territorio avesse trovato nella sua persona il giusto interprete dei veri compiti di un Sindaco, a tutela e promozione della salute dell’intera popolazione. Non conosco quali nuovi fatti siano accaduti o quali nuovi accordi si siano stipulati per indurLa, eventualmente , a cambiare la sua posizione mentre di certo siamo venuti a conoscenza di nuovi fatti acclarati, che hanno messo ancor più in pericolo la salute della popolazione tarantina e per i quali nessuno pagherà, come ad esempio l’abnorme quantità di diossina negli anni 2013/2015 in misura superiore a quella che provocò il disastro di Seveso.
Pertanto, signor Sindaco, indipendentemente dall’attendibilità di tali notizie, La invito e nel contempo La diffido affinché non ritiri il predetto ricorso e accompagni invece questo territorio sulla giusta via di un lavoro dignitoso, rispettoso del diritto irrinunciabile alla salute e libero da ricatti, dando il doveroso ascolto alle giuste richieste della sua popolazione. Nel caso Lei voglia comunque desistere dall’azione intrapresa avverso il detto DCPM senza tener conto dei gravi pericoli in cui versa l’intera popolazione e soprattutto i bambini , ci riserviamo di adire nei suoi confronti le vie giudiziali per chiedere il risarcimento di ogni danno subìto e subendo, essendo venuto meno alla sua responsabilità di garante della salute dei propri cittadini.