Il personale della Divisione Anticrimine – Sezione Misure di Prevenzione Patrimoniali ha dato esecuzione al decreto emesso dal Tribunale di Lecce – Sezione Riesame e Misure diPrevenzione, sottoponendo a sequestro finalizzato alla confisca, ingenti beni nei confronti di un noto pregiudicato del tarantino di 35 anni, Giuseppe Palumbo, presunto appartenente ad un sodalizio criminoso dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti, riciclaggio ed altri gravi reati, attualmente “latitante”.
Il provvedimento di sequestro è stato adottato a seguito della proposta presentata congiuntamente dal Questore di Taranto dr. Massimo Gambino e dal Procuratore della Repubblica di Lecce dr. Leonardo Leone De Castris, a conclusione di un’articolata attività investigativa, coordinata dal Sostituto Procuratore Antimafia della D.D.A. di Lecce, dr. Milto Stefano De Nozza dalla quale è emerso un profilo criminale altamente pericoloso, con un’attitudine a delinquere dimostrata sin dalla giovane età e che la maturità ha reso più spregiudicato e strutturato.
Le indagini patrimoniali, svolte dalla Divisione Anticrimine della Questura in stretta collaborazione con il Servizio Centrale Anticrimine del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, e focalizzate relativamente ad un periodo compreso tra il 2010 e il 2022, hanno consentito di raccogliere elementi idonei a ritenere sussistente una sproporzione dei beni nella disponibilità dell’uomo rispetto alla capacità reddituale dello stesso e del relativo nucleo familiare. Infatti, è di circa 1.200.000 euro il valore dei beni sottoposti ad ablazione, tra cui 5 conti corrente, depositi postali, un’autovettura di media cilindrata, 9 immobili ubicati in Taranto (tra cui una villa di ampia metratura con annesso giardino), due società e una ditta individuale ubicate anch’esse in questo capoluogo, danaro contante pere circa 12mila euro nonché 5 orologi marca “Rolex”.
Detti beni sono risultati nella disponibilità diretta del 35enne e dei suoi familiari che avrebbero condiviso con lo stesso, gli interessi affaristico-criminali. In particolare, si presume che alcuni componenti del nucleo familiare abbiano collaborato nelle attività illecite e provveduto ad occultare ingenti somme di danaro al fine di eludere eventuali controlli da parte delle Forze dell’Ordine.