Non una banale rimpatriata tra vecchi compagni di scuola, ma un appuntamento pieno di significati, quello programmato per giovedì 25 ottobre, alle ore 10,00 presso l’Aula Magna dell’Istituto Tecnico Industriale, intitolato ad Augusto Righi.
È qui, infatti, che si sono dati appuntamento gli allievi degli anni 1959-1965, diplomati nella prestigiosa istituzione scolastica tecnica di Taranto, intitolata al già citato Augusto Righi, accolti dalla preside dott.ssa Iole DE MARCO.
L’occasione è la celebrazione del sessantesimo anno di istituzione del “Righi”.
Infatti fu nel luglio del 1941 che il Ministero della Pubblica Istruzione, allora denominato “dell’Educazione Nazionale”, che l’onorevole Giuseppe Bottai, reputò che il plesso scolastico che ospitava la Scuola Tecnica tarantina, potesse essere sede dell’Istituto Industriale. E nell’ottobre dello stesso anno, quasi a dispetto dell’evento bellico in corso, vide la luce l’Istituto Tecnico Industriale Statale “Augusto Righi”.
Come si diceva all’inizio, non una banale e retorica rimpatriata tra attempati signori che ricordano i tempi in cui dividevano i banchi. Ma un momento di profonda riflessione, sui valori della scuola, che sempre più spesso hanno contorni poco marcati.
Infatti la scuola intesa non solo come luogo nel quale è possibile attingere cultura, ma anche e soprattutto come palestra di vita, sito nel quale scambiare conoscenze, tradizioni, usi familiari, e, al di sopra delle condizioni sociali familiari, il luogo di integrazione per eccellenza. È in questo luogo che si apprendeva a comportarsi nel vivere sociale, ad evitare le prevaricazioni, come strumento per affermare una presunta superiorità sugli altri. In questo ambiente che, nonostante le molte pecche, il fenomeno del bullismo non avrebbe mai potuto attecchire, perché la socialità di chi frequentava le scuole superiori andava ben oltre il semplice quotidiano. Per intenderci, nel pieno del “boom economico” italiano, non avevano diritto di cittadinanza i telefonini oggi “abusati” nel vivere scolastico. Al punto che troppe volte ciò che una volta era conoscenza attraverso gli occhi degli alunni, che vivevano le emozioni di vedere dal vivo le cose, oggi queste emozioni sono filtrate dal visore dello smartphone attraverso il quale vengono svilite emozioni e partecipazione.
Ovviamente non si tratta di una operazione nostalgica, ma solo il modo per affermare i valori fondanti del vivere comune non sono cambiati, nonostante la tecnologia sia entrata a far parte della vita quotidiana, e se usata con criterio può migliorare l’esistenza anche di quegli alunni oggi attempati.
A questa manifestazione sono pertanto invitati oltre che i periti tecnici industriali, allievi del RIGHI, ma coloro che condividono con loro il valore della scuola.