Doppio appuntamento domenica 18 febbraio, al castello “Caracciolo” di Palagianello con Gian Luca Favetto, scrittore, poeta, giornalista. Questa volta il progetto “Semina” curato dall’associazione Bocche del Vento investe sull’importanza della parola, ma anche nella scrittura.
Così, per “Semina Parole”, la sezione dedicata al teatro e alla poesia curata da Erika Grillo, nello spazio di cooworking OpenStories, Favetto, voce di RadioRai, dalle 17 alle 19, terrà una lezione di laboratorio sul tema “Il viaggio della parola”. E’ rivolto agli allievi del laboratorio teatrale permanente di Semina ed è aperto a tutti gli appassionati di teatro, poesia e scrittura.
“Il nostro è un invito a usare gli spazi, insieme agli artisti, come luoghi di socialità, di produzione, di scambio di esperienze – spiega Lilia Carucci, ideatrice e curatrice dell’intero progetto, parte di Open Plus, vincitore del bando Funder35, sostenuto da Fondazione Con il Sud e patrocinato dal Comune di Palagianello -. Ogni persona contribuisce, consapevolmente e non, a rendere ogni incontro non scontato e, per questo, imprevedibile. Cerchiamo di far nascere nuovi respiri e nuovi sguardi sul territorio”.
E sarà lo stesso Favetto, dalle 20.30 a tenere un reading musicale sullo stesso argomento, accompagnato dal musicista Mino Notaristefano. In un suggestivo percorso letterario, che prende le mosse dal suo libro ‘Il viaggio della parola’, edito da Interlinea, Favetto scava nel profondo dell’atto creativo, sviscerando le dinamiche della parola narrata, scritta, cantata, attraverso letture, citazioni di autori classici e contemporanei. La poesia viene utilizzata come piattaforma di partenza e arrivo per ‘piccoli viaggi’ in cui coinvolgere il pubblico, insieme a autori come Whitman, Kavafis, Szymborska, Montale, Shakespeare, Baudelaire, Calvino, Pavese, Mehta, Rilke.
“Condivideremo con lo scrittore un momento di lavoro e di formazione sul tema della scrittura, della parola e del complesso itinerario creativo. La parola che diventa, dunque, scrittura – afferma l’attrice Erika Grillo”. Di che formazione parliamo? “Non esiste mai una tecnica neutra – spiega la Grillo -, ma formiamo sempre a una visione del teatro, a una poetica, a un’idea di rapporto possibile tra teatro e mondo, tra attore e mercato teatrale. Ci interessa formare un attore che sia contemporaneamente autore: in una comunità creativa, basata sull’autorialità di tutti i suoi componenti, ognuno deve essere capace di esprimere il proprio punto di vista, ma allo stesso tempo di rinunciarvi, assumendo da altri proposte e stimoli ulteriori”.