Uno dei pubblici ministeri è assente perchè risultato positivo al Covid, ma va avanti ugualmente il processo «Ambiente svenduto» per il presunto disastro ambientale causato dall’ex Ilva. La Corte d’Assise ha respinto l’istanza di rinvio avanzata da alcuni difensori degli imputati con una ordinanza di tre pagine. «A differenza delle normativa di urgenza emanata dal marzo del 2020, quella successiva – spiegano i giudici – non ha previsto alcuna sospensione generalizzata della attività giudiziaria, stabilendo di contro alcune previsioni finalizzate alla gestione di ipotesi in cui si riscontrino situazioni di positività». Tanto premesso «la istanza di rinvio e, soprattutto, l’assenza in aula, condotta – è detto nell’ordinanza – quasi al limite della configurazione dell’abbandono di difesa, di tutti i difensori richiedenti e comunque di quasi tutti i difensori degli imputati, senza la nomina di un sostituto processuale, appare, ancora una volta, manifestazione di una volontà defatigatoria volta a prolungare ingiustificatamente la durata del dibattimento, con i conseguenti costi anche in termini strettamente economici». Tali considerazioni, precisa la Corte, valgono anche in relazione alla giustificazione per l’assenza di un consulente degli imputati, che è stato sanzionato, ritenuta «del tutto pretestuosa e priva di un reale e concreto aggancio fattuale circa i presupposti di un contatto diretto con un soggetto a rischio». Secondo il Codacons, che ha annunciato una «nuova denuncia per legali e testimoni», la «difesa cerca di evitare la giusta condanna dei responsabili attraverso avvocati che sistematicamente fanno ostruzionismo alla giustizia». L’udienza è stata aggiornata a domani.
(fonte: lagazzettadelmezzogiorno.it)