Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Taranto per fronteggiare l’emergenza sanitaria connessa al rischio da contagio da virus “COVID-19” ha orientato la propria attività investigativa al controllo dei prezzi di acquisto e di vendita praticati prima e durante la pandemia, al fine di scongiurare possibili manovre speculative.
Le attività sono state predisposte anche per il forte impulso dato dal Prefetto di Taranto durante le numerose riunioni convocate in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica (C.P.O.S.P.).
E’ stato, inoltre, organizzato un poderoso servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica in cui è coinvolto personale della Questura e dell’Arma dei Carabinieri, fortemente orientato al rispetto delle prescrizioni normative emanate per ridurre il rischio di contagio per la popolazione, al cui interno la Guardia di Finanza ha mantenuto le proprie prerogative di polizia economico-finanziaria.
In tale quadro operativo, finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria e della Compagnia di Taranto hanno sottoposto a controllo esercizi commerciali, tra cui anche farmacie e parafarmacie, che ponevano in vendita dispositivi di protezione individuale (DPI) utilizzati per la profilassi tesa a contenere il contagio da CODIV-19 al fine di valutarne le oscillazioni di prezzo in relazione alla notoria difficoltà di reperimento in questo periodo.
Coordinati dalla Procura di Taranto, i finanzieri hanno effettuato un’analisi dei prezzi praticati sia alle ASL che a soggetti privati nel periodo ante e post crisi sanitaria, con specifico riferimento alle mascherine protettive identificabili con le sigle FFP1, FFP2, FFP3 oltre a quelle definite “chirurgiche”.
Dai riscontri è stato accertato che la variazione in aumento dei prezzi in termini percentuali oscilla tra il 700% e il 1500% circa. Mascherine che nel 2019 venivano acquistate a 0,50 centesimi di Euro ora in piena crisi sanitaria sono proposte in vendita agli Enti pubblici ad oltre 5 € il pezzo ed ai privati anche a 35 €, prezzi frutto di una evidente attività speculativa.
Il business è risultato così conveniente che esercenti con oggetto sociale diverso dal sanitario, come ad esempio negozi di telefonia, si sono improvvisati venditori di mascherine chirurgiche (aventi un prezzo pre crisi tra i 2 e 5 centesimi) acquistando in un caso quantità per circa 15 mila € per ricavarne in pochi giorni guadagni per oltre 23 mila €.
Al termine delle attività di controllo sinora condotte sono state denunciate alla A.G. locale 8 persone (titolari di attività) per il reato di cui all’art. 501-bis del c.p. (manovre speculative su merci) procedendo al sequestro di circa 7000 D.P.I.
Le mascherine sequestrate, previo accertamento da parte dell’ ASL/TA della loro conformità all’ utilizzo sanitario, con apposito provvedimento del Procuratore Aggiunto della Repubblica di Taranto sono state messe a disposizione del Prefetto di Taranto e del Dipartimento di Protezione Civile per i necessari provvedimenti di acquisizione ai fini della successiva distribuzione agli Enti che ne abbiano necessità per far fronte alla contingente carenza come disposto del D.L. 18/2020 (Decreto “Cura Italia”).