ArcelorMittal ha sospeso dall’incarico il responsabile dell’Area di agglomerazione dello stabilimento siderurgico di Taranto dopo la nube di polvere ferrosa e minerale che nel pomeriggio di sabato 4 luglio si è sollevata dalla fabbrica, a causa del vento forte, riversandosi pesantemente sui rioni Paolo VI e Tamburi, quest’ultimo molto vicino all’acciaieria. La notizia della sospensione é appresa da AGI. Fonti sindacali aggiungono ad AGI che dopo la sospensione, sarebbe anche scattato il licenziamento del responsabile. Il tutto è da mettere in relazione con quanto accaduto il 4 luglio, che non solo ha provocato fortissime proteste nei residenti soprattutto del rione Tamburi – le immagini del quartiere sovrastato da una nube rossastra sono diventate ben presto virali -, ma anche spinto la Procura di Taranto ad aprire un’inchiesta, al momento senza indagati. I Carabinieri del Nucleo operativo ecologico sono stati incaricati dal pool ambientale della Procura a compiere gli accertamenti in materia. E anche il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha fatto effettuare qualche giorno fa una ispezione straordinaria nel siderurgico da parte di Ispra, Arpa Puglia, Spesal Taranto e Asl Taranto, mentre in un primo report Arpa ha certificato che quanto verificatosi dalle 15 alle 16 del 4 luglio, ha determinato superamenti del valore soglia del Pm10 (le polveri) che soprattutto in un caso, così come riscontrato dalle centraline di monitoraggio, sono stati molto alti. L’agglomerato è l’area dello stabilimento dove vengono preparati, in una specie di “miscela”, i minerali che servono a caricare gli altiforni per la produzione della ghisa. Per evitare la dispersione delle polveri, le prescrizioni ambientali impongono ad ArcelorMittal di coprire e chiudere tutto ciò che può provocarne la diffusione. E quindi parchi minerali, parchi minori, nastri trasportatori ed altri impianti. Le coperture sono state avviate da tempo, ma in diversi casi (come il parco fossile e i nastri trasportatori) sono ancora da completare. (AGI)