Il presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Taranto, Pierpaolo Volpe ha scritto una lettera aperta a Prefetto di Taranto, Presidente della Regione, Sindaco, assessore regionale alla Sanità, Direttore del Dipartimento regionale di Promozione della Salute, Direttore Generale ASL, Presidente del Consiglio regionale e Presidente del Consiglio comunale puntando l’attenzione sull’emergenza sanitaria a Taranto a causa della presenza del sito industriale anche con riferimento all’aumento della produzione dopo la ripartenza di Afo1. Volpe invoca una sinergia istituzionale per consentire ai tarantini di vivere in condizioni di sicurezza.
Questo il testo integrale della missiva.
“In qualità di Presidente dell’Ordine delle Professioni infermieristiche di Taranto, Ente sussidiario dello Stato, sento il dovere di presentare questa lettera aperta alla luce dell’attuale quadro epidemiologico nella provincia jonica anche con riferimento all’aumento della produzione da parte del sito industriale ex ILVA.
La provincia di Taranto è quella che risente maggiormente dell’impatto ambientale connesso al funzionamento del siderurgico con impatto sulla salute dei cittadini per incremento delle patologie onco-ematologiche e cronico-degenerative.
Desta preoccupazione tra i Professionisti della salute un aumento della produzione del siderurgico a seguito della ripresa dell’Altoforno 1, fermo per manutenzione negli ultimi anni.
La ripresa dell’attività del siderurgico di Taranto anche se con riduzione degli agenti inquinanti e cancerogeni, secondo quanto annunciato da Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria in fase di presentazione della Valutazione d’impatto sanitario, non può non tener conto dell’attuale quadro epidemiologico e dell’esposizione della popolazione avvenuta nel corso degli anni ai fattori cancerogeni, che vedrà il picco delle malattie onco-ematologiche nei prossimi anni, ovvero al termine del periodo di “latenza”.
Al quadro epidemiologico onco-ematologico drammatico che investe la provincia jonica, va associato quello relativo alle patologie cronico-degenerative che vedono Taranto ricevere il primato negativo nella Regione Puglia.
Non si può sottacere neanche davanti alla condizione in cui versano gli Ospedali e il territorio della provincia jonica, totalmente sottodimensionati rispetto alle altre province e ai reali bisogni di salute della popolazione. Senza contare il sottodimensionamento dei posti letto rispetto agli standard nazionali imposti dal DM 70/2015.
In veste di Presidente di una delle categorie professionali più numerose ma anche in prima linea nella gestione dell’emergenza sanitaria a Taranto, chiedo una sinergia istituzionale che garantisca alla città una dignità degna di tale nome e ai cittadini di vivere in condizioni di sicurezza, condizione ben lungi dall’essere garantita con le prospettive attuali.
L’ex Ilva contribuisce in maniera importante alla ricchezza nazionale attraverso diversi punti percentuali di PIL, basti pensare che secondo il Sole 24 ore “nei sette anni perduti dell’Ilva, dagli arresti e dal sequestro del 26 luglio 2012 fino alla lettera di “recesso” da parte del colosso anglo-indiano ArcelorMittal, sono andati in fumo 23 miliardi di euro di Pil, l’1,35% cumulato della ricchezza nazionale”.
Appare chiaro dalla lettura del quadro di cui sopra, come Taranto non solo contribuisca alla ricchezza nazionale, ma paghi anche il tributo più alto in termini di vite umane a causa dell’emergenza ambientale e sanitaria a tal punto da essere stata individuata anche per altre ragioni quale SIN, ovvero Sito di interesse nazionale.
Sono sicuro che questa lettera aperta non rimarrà nei cassetti delle istituzioni e aprirà una discussione importante tra Professionisti della Salute, Governo, Regione e Comune, almeno questo è il mio più grande auspicio”.