“Si pianificava la campagna elettorale per conquistare il consenso e i voti, facendo valere la propria forza di imtimidazione derivante dal vincolo associativo mafioso, e si ricorreva anche all’elargizione di buoni benzina ai cittadini” ha affermato ancora Angelosanto. “C’è stato nell’indagine l’apporto di collaboratori di giustizia come Vito Nicola Mandrillo, arrestato per l’omicidio di Francesco Galeandro a Pulsano. C’è un intreccio di interessi con finalità varie, con Azzolio ha messo a disposizione i suoi contatti per agevolare l’evoluzione del clan sul territorio” ha poi dichiarato Gabriele Ventura, comandante della sezione Ros di Lecce. Nell’operazione sequestrate anche armi, una mitraglietta Skorpion, nonchè un distributore di carburante a Talsano (Taranto) ed uno stabilimento balneare “Baia Serrone” a Marina di Pulsano (Taranto). “Dal carcere – ha detto il generale Angelosanto – partivano gli ordini da parte di Maurizio Agosta che si serviva dei suoi familiari. C’era anche una cassa comune per il sostentamento delle famiglie dei detenuti e il pagamento delle spese legali”. Evidenziato dai Carabinieri il ricorso a rapine e traffico di droga, che “alimentava le piazze di spaccio”. “Abbiamo documentato il controllo di attività economiche, distribuzione di carburanti e ristorazione, abbiamo eseguito il sequestro di beni immobili, aziendali e di società per un valore di 600mila euro” ha proseguito Angelosanto. “L’operazione si è sviluppata tra i comuni di Leporano e Pulsano, l’area orientale è la più effervescente sotto il profilo criminale nel Tarantino. Abbiamo già fatto varie operazioni in quell’area tra noi e la Polizia di Stato. Riteniamo di aver bonificato un altro pezzo. Quello che è accaduto stanotte è di un certo rilievo” ha detto il comandante dei Carabinieri di Taranto, Luca Steffensen in conferenza stampa.
“Quando parliamo della Sacra Corona Unita – ha spiegato il generale Angelosanto – facciamo riferimento all’organizzazione che nasce sul modello della ‘ndrangheta. Sono infatti i padrini della ‘ndrangheta che avviano molti associati in Puglia a questo tipo di organizzazione che è localizzata nel Salento. Non a caso i Comuni oggi al centro dell’intervento riguardano l’area salentina della provincia di Taranto mentre nell’altra parte della Puglia – ha poi specificato Angelosanto in riferimento al Foggiano – abbiamo a che fare con un’altra criminalità mafiosa ma diversa che non è la Sacra Corona Unità”. Il comandante dei Ros ha poi dichiarato che “la mia presenza oggi a Taranto testimonia l’importanza dell’indagine. Ringrazio i Carabinieri, il reparto “Cacciatori”, ma anche la Procura di Lecce che ha consentito di fare questo lavoro importante che ha restituito alla collettività una parte del territorio controllata dalla mafia”. A proposito delle indagini, il generale Angelosanto ha aggiunto che “la difficoltà che noi riscontriamo, e che ricorre in tutti i contesti mafiosi, è che le organizzazioni si difendono sottraendosi alle indagini e acquisendo notizie sulla pendenza dei procedimenti. La difficoltà è quella di lavorare su un territorio controllato dall’organizzazione mafiosa e di evitare che emerga la presenza dei Carabinieri in indagini delegate dalla Procura”. “Questa indagine ha dimostrato che questo assetto mafioso oggi è ancora attivo e presente ed è diventato ancora più pericoloso di prima”. (AGI)