“NO A RECOVERY FUND PER AIUTARE EX ILVA”

La presa di posizione di Peacelink

PeaceLink in occasione delle elezioni regionali in Puglia “fa appello a tutti i candidati perché si esprimano contro un intervento assistenziale che prolunghi l’agonia dell’Ilva di pochi mesi, bruciando centinaia di milioni di euro che sarebbero invece necessari per una riconversione del sistema economico nell’investimento strategico da più parti auspicato: l’investimento nei giovani e nella formazione del capitale umano. Un investimento che accompagni i processi di digitalizzazione e di acquisizione di competenze innovative necessarie per la riconversione ecosostenibile”. In una nota l’associazione ambientalista afferma che “tutti gli economisti in questi giorni si stanno sforzando di spiegare che il Recovery Fund va usato per tre obiettivi: la formazione dei giovani, la digitalizzazione e l’economia green. Ma per Taranto il Recovery Fund viene letto come Ilva. Ricordiamo che oggi l’Ilva, in queste condizioni di mercato, perde cento milioni di euro al mese. E’ un’azienda fallita da anni che non si sorregge più. Anche ArcelorMittal ha gettato la spugna perché le speranze di rilancio si sono infrante contro ostacoli ritenuti insormontabili persino dal primo colosso mondiale dell’acciaio”. “Di fronte a questa evidenza – conclude la nota – bisognerebbe trarne le conseguenze e predisporre un piano B per salvare prima di tutto il lavoro di operai che non arriveranno mai in pensione con l’ILVA, questo è chiarissimo a tutti coloro che sono dotati di buon senso. Un uso del Recovery Fund in chiave assistenziale sarebbe peraltro censurabile come aiuto di Stato ai sensi delle norme europea del TFUE”. (ANSA).

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