Mancato accordo sulla cassa integrazione all’ex Ilva. Queste le reazioni dei sindacati
FIOM CGIL
“In data odierna si è tenuto un incontro presso il Ministero del Lavoro in merito all’avvio della procedura di cassa integrazione straordinaria ex art. 22 bis conclusosi con un verbale di mancato accordo che determina, di fatto, una situazione di incertezza per i lavoratori e per la complessità della vertenza ex Ilva che, in assenza di un quadro chiaro sul futuro occupazionale, industriale e ambientale, rischia di implodere sia dal punto di vista sociale che ambientale.
È del tutto evidente che la vertenza ex Ilva è in una fase di stallo per responsabilità della multinazionale, sia nella gestione della cassa integrazione, che di investimenti certi sulle manutenzioni ordinarie e straordinarie e di rilancio della produzione dello stabilimento di Taranto e degli altri siti e per responsabilità del governo che, ad oggi, non ha fatto chiarezza sui futuri assetti societari, soprattutto nella mancata presentazione di un piano industriale che riguarda anche la transizione ecologica.
Le problematiche relative alla vertenza ex Ilva non si risolvono esclusivamente con un ulteriore decreto con l’intento di mettere una pezza all’ammortizzatore sociale richiesto dalla multinazionale. Le organizzazioni sindacali continuano a chiedere maggiore chiarezza su un sito, così come ricordato nei decreti salva Ilva, d’interesse strategico per il nostro Paese.
Il Governo Meloni non può continuare ad intervenire con soluzioni tampone, occorre attivare da subito un tavolo ministeriale per affrontare in maniera definitiva la vertenza ex Ilva, partendo da un cambio dell’attuale management attraverso l’ingresso in maggioranza di Invitalia nel capitale sociale di Acciaierie d’Italia necessario a garantire un rilancio produttivo del gruppo”.
Lo dichiarano in una nota congiunta Roberto D’Andrea, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil e Francesco Brigati, segretario generale Fiom-Cgil di Taranto
FIM CISL
Dopo l’incontro di martedì 13 giugno oggi si è tenuta una nuova riunione in remoto tra le organizzazioni sindacali, Acciaierie D’Italia e i funzionari del Ministero del Lavoro e della Regione Puglia per provare a trovare un’intesa rispetto alla nuova richiesta di Cassa avanzata da parte di ADI.
Anche nell’incontro odierno, non abbiamo riscontrato nessun margine di trattativa con ADI per poter addivenire ad un accordo.
Rimangono delle rigidità e un’inaffidabilità da parte dell’attuale management di Acciaierie D’Italia che non permette nessun tipo di avanzamento.
Il nostro auspicio è che per quanto riguarda le competenze della Regione Puglia e del Ministero del Lavoro sulla gestione della copertura della cassa integrazione per i lavoratori, si trovi una soluzione rapida, anche rispetto a nuovi strumenti e interventi messi in campo dal Governo.
Come Fim, ribadiamo l’importanza che qualunque sia la decisione, venga tutelato il salario dei lavoratori così come abbiamo fatto responsabilmente lo scorso mese di marzo con l’accordo che firmammo all’epoca. Ma soprattutto, ci aspettiamo sia finalmente fatta chiarezza da parte del Governo sulla volontà di un cambio di governance dell’azienda che possa restituire serenità e affidabilità alle relazioni industriali, oggi compromesse da questa gestione scellerata.