Vertenza Neptunia, il consigliere regionale di Liberi e Uguali, Mino Borraccino, chiede il ricollocazione dei lavoratori.
“L’intensa attività portuale di Taranto – scrive – è interessata da un’anomala situazione, che vede coinvolti diverse unità lavorative locali. La Neptunia, la più grande azienda portuale operante nel porto di Taranto, dotata di un cospicuo parco mezzi sia di sollevamento che di trasporto, punto certo di riferimento dell’interno sistema portuale tarantino occupandosi di movimentazione intermodale delle merci, purtroppo da tempo attraversa una situazione che ha fatto precipitare la stabilità occupazionale del personale impiegato. Assunti, con contratto a chiamata, dall’agenzia “Intempo”, alle dipendenze della Neptunia, ben 22 lavoratori da gennaio 2017 sono senza occupazione, pur non mancando la consueta attività di traffici commerciali e l’esigenza di occupare personale. A causa anche di debiti e disservizi da parte della stessa Neptunia, numerosi lavoratori sono stati licenziati, forse anche in vista del rientro dei circa 520 lavoratori della ex TCT (Evergreen) che, come previsto da una legge ministeriale,dopo percorsi formativi, avrebbero dovuto essere impiegati nell’area portuale di Taranto da gennaio 2018 ma tutto ciò non è accaduto, infatti ancora non è partito alcun corso di formazione, nessun dipendente è rientrato a lavoro, lasciando imperare una situazione anomala all’interno dell’area aeroportuale di Taranto. Per tale motivo ho interessato l’assessore regionale al lavoro, l’amico Sebastiano Leo, affinché convochi un tavolo per addivenire ad un accordo tra l’Autorità portuale e la Direzione provinciale del lavoro. Occorre trovare urgentemente una soluzione che possa permettere a questi lavoratori di poter rientrare a disposizione della Neptunia attraverso una forma di collaborazione con l’istituenda agenzia per il porto. Auspichiamo quindi buone notizie per i lavoratori ex Neptunia e con Liberi e Uguali lavoreremo per la tutela di coloro che hanno acquisito una esperienza decennale nel settore e che non meritano, anche alla luce della loro professionalità e spiccata specializzazione di essere estromessi dal comparto”.