Che cosa rappresentano i ristoratori per una città? In tempi di chiusure forzate si torna a pensare più forte a pizzerie, ristoranti, pub e bar di fiducia, come un “congiunto” che non si vede da tempo. Eppure la categoria vive un momento di grande difficoltà, così per rappresentarla è nata “Ristoratori Unione Taranto”. Sono già più di 180 i ristoratori tarantini che fanno parte della nuova unione costituitasi il 2 maggio 2020, con un direttivo formato dal presidente Nicola Coppola e dai consiglieri Antonello Papalia, Michele Gatto, Giuseppe Mirabile, Roberto Mirabile, Giandomenico Spinelli, Giuseppe Liuzzi, Francesco Scarci, Biagio Marcheggiano.
«La nostra esigenza è sentirci rappresentati – spiega il presidente Coppola – soprattutto in un periodo complesso come quello che stiamo vivendo a causa dell’emergenza coronavirus. Ci sono vicini esperti che voglio ringraziare: l’ingegnere Francesco Caffio, il commercialista Francesco Marangi, l’avvocato Francesco Tacente e la sua famiglia. I locali sono il fiore all’occhiello della città, la rendono più bella e viva anche con piante, luci e fiori. Eppure c’è chi rischia di non riaprire”.
Anche se nata da poco, l’unione dei ristoratori ha già mosso i primi passi incontrando in videoconferenza il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci e l’assessore alla polizia locale Gianni Cataldino: “Abbiamo scritto al sindaco perché dalla fase di avvio del lockdown abbiamo chiuso le saracinesche, lasciando nell’incertezza tante famiglie. Le nostre richieste sono state l’azzeramento delle tasse comunali, la cancellazione degli oneri per l’occupazione di suolo pubblico in caso di ampliamenti degli spazi esterni per la somministrazione di cibi e bevande, la redazione di un protocollo d’intesa con prefettura e ASL per l’individuazione e lo snellimento delle procedure per operare in sicurezza massima per lavoratori e clienti, una corsia preferenziale per i fattorini che consegnano gli alimenti, spesso fermati per i controlli. Ci è stato detto che si sta lavorando, noi chiediamo celerità, vorremmo avere il tempo di organizzarci prima delle aperture, anche perché la Fase 2 è fatta di distanziamento sociale, processi di sanificazione e misure di sicurezza”.
Il secondo incontro ha coinvolto l’assessore regionale Mino Borraccino: “L’assessore ha mostrato la sua disponibilità ad aiutarci – prosegue Coppola – attraverso dei finanziamenti a fondo perduto per liquidità”.
I ristoratori attendono risposte e fatti, “Ringraziamo chi ci ha ascoltato e presto avremo nuovi incontri – conclude l’unione – ma non bisogna perder tempo, la cassa integrazione non è arrivata e bisogna riaprire. Questo è il mondo del turismo, del commercio e dell’accoglienza, su cui si stava puntando. Vogliamo poter tornare a lavorare”.