“Il 9 dicembre si giocherà una partita fondamentale per il futuro del Movimento ma soprattutto per il Paese. Siamo tutti d’accordo sul No all’utilizzo del Mes, come strumento di salvataggio dei Paesi in difficoltà. Non siamo chiamati a dire Si all’utilizzo del Mes, a cui siamo contrari anche perché l’Italia ha le disponibilità finanziarie sufficienti a fronteggiare la crisi post Covid-19, ma siamo chiamati comunque a riformare un istituto già esistente”. Così il Sottosegretario alla Presidenza del Conisglio, con delega alla Programmazione economica e agli investimenti, Sen. Mario Turco partecipando ad una riunione interna del Movimento 5 Stelle.
“Se il 9 dicembre diciamo No alla riforma del Mes, non solo indeboliamo il Presidente del Consiglio e l’Italia, anche nella trattativa europea sul Recovery fund e sulle altre riforme in atto, ma lo strumento del Mes non verrà cancellato e rimarrà con le sue regole iniziali istitutive restrittive, creando così un danno al Paese e ai cittadini per le conseguenze di immobilismo e di conflitto con altri Paesi europei – aggiunge il Sottosegretario – Piena fiducia quindi al Presidente del Consiglio a partecipare alla riforma del Mes, a migliorare le prescrizioni già esistenti e a confermare il “non” utilizzo nelle sue forme. In prospettiva, poi, si dovrà essere promotori in Europa di un nuovo meccanismo di riforma degli Stati membri in difficoltà, più solidale, trasparente ed equo, finanziato non più con prestiti intergovernativi e con prescrizioni restrittive, ma con debiti comuni e con una tassazione comunitaria da applicare contro le speculazioni finanziarie, il dumping fiscale, e le transazioni digitali commerciali delle grandi multinazionali. Su quest’ultimo aspetto, in Senato, in Commissione finanze è ferma la mia proposta di tassazione sulle speculazioni finanziarie (raider tax).
“In questo momento drammatico – conclude l’esponente di Governo – i cittadini che noi rappresentiamo non si aspettano il rispetto solo di principi ma si attendono risposte e soluzioni alle problematiche economiche e sociali. È il momento della responsabilità e di dimostrare compattezza e unità”.