Era il primo gennaio del 1864, appena 3 anni dopo l’unificazione nazionale, quando a Massafra venne fondata l’associazione – apartitica e non religiosa – più antica della città, la Società Operaia di Mutuo Soccorso, che con l’anno nuovo appena iniziato è entrata dunque nel suo 160° anno di vita.
Posta sotto il patrocinio del Re Vittorio Emanuele III nel 1912, dalla sua nascita ha annoverato diversi parlamentari fra i propri soci onorari; il Sodalizio ha così contribuito a formare la coscienza sociale e civile del paese, infatti, parafrasando l’intento costitutivo, si proponeva di porre il cittadino nel posto che gli è dovuto nella società.1
Tale vocazione è ben sintetizzata dallo stemma sociale realizzato dal maestro Nicola Andreace: in primo piano sono presenti due mani che si stringono, le quali, oltre a essere l’emblema canonico delle Società di Mutuo Soccorso, simboleggiano la fratellanza che dovrebbe sussistere tra gli esseri umani; esse sono sormontate da altre mani che impugnano determinati attrezzi e utensìli a indicare Arti e Mestieri; sullo sfondo, invece, è raffigurato un ponte,2 elemento architettonico caratteristico di Massafra, che è anche una metafora di unione e rappresenta altresì una struttura idonea al superamento degli ostacoli.
Nello spirito mutualistico, ai soci erano garantiti sussidi e assistenza, ma quando tali funzioni vennero avocate a sé dallo Stato, divenne preponderante l’attività culturale (costituendo pure un centro per lo studio e la tutela del dialetto e delle tradizioni popolari, come accaduto durante la lunga presidenza di Espedito Iacovelli, il cui culmine è rappresentato dalla collana de “I Tre Ponti”).
A titolo esemplificativo possono menzionarsi l’allestimento di mostre e di presepi artistici; presentazioni di libri e fumetti; l’ideazione di concorsi letterari, artistici e fotografici; l’organizzazione di cineforum; incontri con personalità cittadine e non; la stampa di pubblicazioni quali – per citarne alcune – il volume “Massafra nel sec. XVI”, i quaderni della summenzionata serie de “I Tre Ponti”, la cartella grafica “Civiltà Mediterranea: arti e mestieri, oggetti e soggetti del lavoro e della memoria”.
Come accaduto per il 100° Anniversario, in occasione del 150° Annuale di Fondazione del 2014, la Presidenza della Repubblica ha inteso inviare una nota di apprezzamento (in questo caso accompagnata da una speciale edizione del Tricolore per i 150 anni dell’Unità d’Italia), circostanza poi verificatesi nuovamente nel 2022.
Da ricordare, inoltre, la presenza in archivio di documenti stilati da eminenti autorità, come una lettera con firma autografa di Aldo Moro.
Per concludere, negli ultimi mesi del 2023 si è provveduto ad effettuare l’iscrizione nel RUNTS, il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, con la quale è stata ribadita la personalità giuridica dell’associazione, anche al fine di salvaguardarne l’esistenza.
Il Sodalizio ha quindi vissuto sia periodi di crescita e sviluppo sia momenti difficili, durante i quali ha comunque partecipato alle vicende locali e nazionali e le iniziative poste in essere tutt’oggi, pur con forme maggiormente adeguate ai tempi correnti, sono ancora volte a rimarcare l’originario spirito socio-culturale.
1 Il proposito originale era <<Rimettere l’operaio nel suo nobile posto che gli è dovuto nella società, aprirgli nuove fonti di ricchezza, educargli il cuore e la mente […] per meglio prosperare nella vita civile […]>>: ciò affermava il fondatore – l’avv. Angelo Casulli – nel programma costitutivo divulgato il I gennaio 1864 e contenuto, assieme al primo Statuto e al Regolamento, in un opuscolo edito nel 1865 dalla tipografia Liuzzi di Taranto.
2 Nello specifico, il ponte Garibaldi, anch’esso risalente 1864.