“Dopo il nostro incontro di oggi e le ulteriori segnalazioni che abbiamo presentato come sindacati metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm, l’Inps effettuerà ulteriori verifiche mirate su ArcelorMittal – anche sulla scorta delle nostre denunce – circa l’uso, che noi continuiamo a ritenere distorto, della cassa integrazione da parte dell’azienda”. Lo dichiara ad AGI il coordinatore di fabbrica Fim Cisl, Vincenzo La Neve, dopo l’incontro con la dirigenza Inps a Taranto. “L’Inps ha fatto già alcune ispezioni e adesso ci ha chiesto ulteriori elementi – spiega La Neve -. Noi, per esempio, abbiamo portato i casi di lavoratori che beneficiano dei permessi della legge 104 per l’assistenza ai familiari, che si sono visti togliere da ArcelorMittal questi giorni cui avevano diritto per essere collocati in cassa integrazione. Oppure di lavoratori – prosegue Laneve – che avevano diritto al riposo dopo il turno di lavoro, e invece si sono ritrovati con la cassa integrazione sul cedolino paga”. Per La Neve, “c’è il problema di come denunciare meglio queste cose all’Inps. Noi non vorremmo esporre i lavoratori, per cui stiamo esaminando un quale forma intervenire e non escludiamo un ricorso alla magistratura con un articolo 28 per comportamento antisindacale”.
E a proposito della cassa integrazione, oggi i sindacati incontreranno ArcelorMittal a Taranto per discutere la richiesta fatta dall’azienda di proroga della cassa Covid per altre quattro settimane a partire dal 6 luglio. La proroga è stata chiesta per un numero massimo di 8.150 addetti di Taranto, di cui circa 5.000 operai, numero che è quello già dell’avvio della cassa Covid e della sua prima proroga per giugno. Attualmente in ArcelorMittal è già in corso una cassa Covid, coinvolge circa 3.000 addetti su 8200 unità di stabilimento, e termina il 5 luglio. Dal 6 quindi l’azienda vuole far partire la nuova tranche di cassa Covid, cui seguirà con tutta probabilità la cassa integrazione ordinaria. “Oggi ad ArcelorMittal – conclude La Neve – torneremo a chiedere quelle che sono le nostre priorità: integrazione economica per i lavoratori in cassa, visto che la loro busta paga è falcidiata pesantemente, diminuizione del numero complessivo di cassintegrati e rotazione del personale in cassa”. (AGI)
E a proposito della cassa integrazione, oggi i sindacati incontreranno ArcelorMittal a Taranto per discutere la richiesta fatta dall’azienda di proroga della cassa Covid per altre quattro settimane a partire dal 6 luglio. La proroga è stata chiesta per un numero massimo di 8.150 addetti di Taranto, di cui circa 5.000 operai, numero che è quello già dell’avvio della cassa Covid e della sua prima proroga per giugno. Attualmente in ArcelorMittal è già in corso una cassa Covid, coinvolge circa 3.000 addetti su 8200 unità di stabilimento, e termina il 5 luglio. Dal 6 quindi l’azienda vuole far partire la nuova tranche di cassa Covid, cui seguirà con tutta probabilità la cassa integrazione ordinaria. “Oggi ad ArcelorMittal – conclude La Neve – torneremo a chiedere quelle che sono le nostre priorità: integrazione economica per i lavoratori in cassa, visto che la loro busta paga è falcidiata pesantemente, diminuizione del numero complessivo di cassintegrati e rotazione del personale in cassa”. (AGI)