Massiccia adesione (100 per 100 dicono i sindacati) oggi allo sciopero di otto ore indetto da Fim, Fiom e Uilm nello stabilimento Leonardo di Grottaglie (Taranto) per evidenziare il rilevante calo di lavoro. Lo stabilimento, con 1300 addetti diretti, costruisce due sezioni, la centrale e la posteriore centrale, della fusoliera in fibra di carbonio del Boeing 787. Accanto ai dipendenti diretti, ha scioperato per 2 ore anche il personale dei servizi su iniziativa delle sigle di categoria Filcams, Fisascat e Uil trasporti. Leonardo ha intanto convocato i sindacati per il 2 dicembre, nello stesso giorno della convocazione della Regione Puglia, ma saranno due incontri distinti e separati. “Non è ancora ufficiale quello che accadrà a dicembre – dichiara ad AGI Davide Sperti della Uilm -, ma il prossimo mese si andrà in continuità con le chiusure collettive del venerdì e del lunedì, probabilmente da metà dicembre. Il problema – prosegue Sperti – è da gennaio 2021. Inizialmente il piano Boeing prevedeva 6 coppie di fusoliere al mese del 787, adesso, con l’aggravamento della crisi causa Covid, il piano di Boeing prevede un rateo medio di 5 fusoliere se non, addirittura, qualcosa di peggio”. “A partire da quello che si deciderà per dicembre – rileva Sperti – a Leonardo chiediamo certezza e lavoro, prospettive e non ammortizzatori sociali. Diciamo intanto no alla cassa integrazione. Non ci basta – prosegue – che l’azienda ci dica che si prevede nel dicembre 2021 perché è solo una finestra congiunturale. Possiamo certo gestire in calo temporaneo ma qui il problema è più ampio, strutturale, e quindi si tratta di capire che accade nel 2022. Inizialmente, a luglio scorso, Leonardo vedeva la ripresa a metà 2023 adesso ci siamo spostati a meta 2024 e con una ripresa che probabilmente non risalirà mai al rateo che Grottaglie aveva raggiunto, cioè 14 coppie al mese di fusoliera”. “Se si continuerà anche nel 2021 con le chiusure collettive? Abbiamo cominciato ad agosto con questo meccanismo, la gestione la vediamo complicata e in ogni caso attendiamo di sapere che ci proporrà Leonardo” conclude Sperti ad AGI. Intanto alla Fiom Cgil di Taranto ha espresso solidarietà per la crisi Leonardoanche la Fiom di Genova affermando che “Leonardo non vive in una bolla ma è inevitabilmente sottoposta agli effetti che la crisi mondiale in corso sta dispiegando. La divisione aerostrutture – dice la Fiom di Genova – è forse quello che più repentinamente ha subìto il contraccolpo”. E su Leonardo il Pd chiede che “l’azienda faccia chiarezza e si apra al confronto. Si salvaguardi una produzione a zero impatto ambientale”. Per Giovanni Chianese e Francesco Montedoro del Pd, “in un contesto complicatissimo, in cui si cerca di risolvere la grande vertenza ex Ilva, è indispensabile che si costruisca un sistema economico solido partendo dal confronto e dal dialogo tra le aziende, le organizzazioni sindacali e le istituzioni direttamente interessate”. (AGI)