“Speranza”: proprio quello di cui abbiamo bisogno nei giorni del coronavirus.
Oggi ospitiamo un testo della nostra Caterina Sollazzo che racconta poeticamente il bisogno di sperare e lottare in questi momenti così difficili. (L. Sp.)
Tra ampolle colorate, e il vento fresco della notte, lì in mezzo a quel mare blu, c’era una vecchia barca con su scritto”speranza”, e con sacrificio tentennava nel ritornar nel suo porto. La barca navigava nel blu del mare grazie ai remi che impugnava Otello, un vecchietto barbuto dall’aspetto cattivello, ma tanto buono di cuore.
Otello, l’uomo del mare, l’uomo che coglie le luci e le speranze, uomo stanco e solitario, remava puntualmente tutte le notti pur di respirare una candida pace incalzante, tra respiri e pensieri. Lì le stelle diventavano ampolle, il mare calmo della notte diventava un letto, dove solo un sognatore poteva godere di tale bellezza naturale. Abbandonato a sé stesso, nella sua speranza, tutte le notti accendendo il suo sigaro, con accanto un brandy ascoltava la voce della pace, lontana dalla vita mondana. Per anni ha navigato da solo, fin a quando i calli delle sue mani, non hanno avuto più forza per remare, e lì lasciò in eredità la sua barca “speranza”, la sua persona e le luci delle ampolle lo accompagnarono per sempre in un sonno che gli regalò l’eterno paradiso.
La speranza è il sale del cambiamento, Otello ha vissuto di sentimento solitario, ma ha lasciato a noi l’opportunità di cogliere il senso della vita.