Ospitiamo anche questa settimana un contributo carico d’emozione e poesia della scrittrice Caterina Sollazzo.
Li’ in quella culla vi è posata una bambola, una di quelle bambole di pezza, vestite a tema con due bottoni neri al posto degli occhi e fili di un gomitolo di lana per capelli. Le bambole della nonna le chiamerei, quelle che al solo tatto ti offuscano i pensieri, perché profumano di storia, di vissuto. Sì, la bambola di mia nonna, è sua, fragolina amorosa la chiamavo, perché aveva l’odore dello smalto della nonna, l’odore di borotalco, e l’odore di qualcosa di buono. Una culla bianca con dentro un ricordo, il bianco come colore della purezza e il ricordo della nonna come colore dell’amore. Che strana sensazione mi regala quella bambola. La regalerò a mia figlia, che a sua volta ne farà dono di qualcosa che a livello affettivo non ha prezzo . La bambola di famiglia, bella come la nonna, profuma ancora, e mai rimarrà un semplice ricordo. Mai.Ciò che ci emoziona sfiora sempre l’anima e rimane come un ritratto, il volto di mia nonna, sì, occhioni azzurri, capello corto, pelle liscia,tanta bellezza. Per sempre rimarrà vivo senza firma alcuna il suo ricordo se non con la purezza del cuore,a volte le penne non servono. VIVA LA NONNA.Caterina Sollazzo