“Mi aspetto rassicurazioni concrete, non frasi generiche che abbiamo sempre sentito”. Così Wladimiro Pulpo, rappresentante degli autotrasportatori che lavorano col siderurgico di Taranto e sono associati a Confindustria Taranto, riassume ad AGI le aspettative dell’indotto appalto di ArcelorMittal alla vigilia del confronto col ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. “Sarà un confronto a distanza, in video call, nel pomeriggio di domani” specifica Pulpo. La richiesta di parlare con Giorgetti della situazione delle imprese appaltatrici, Confindustria Taranto l’aveva avanzata nei giorni scorsi atttaverso il prefetto di Taranto, Demetrio Martino, quando, per due mattinate consecutive, gli imprenditori hanno effettuato un sit in pacifico di protesta proprio sotto la sede della Prefettura di Taranto. E l’appuntamento con il titolare del Mise è stato quindi fissato per domani.
“Al punto in cui siamo – afferma Pulpo – bisogna avere il coraggio di decidere una volta per tutte. Basta attendismi. O l’ex Ilva si chiude perché così non si può più andare avanti, oppure si svolta definitivamente. Sono anni – aggiunge – che la città di Taranto, i lavoratori, le imprese, sono in questa situazione. Dobbiamo uscirne, in un modo o nell’altro”. Gli ultimi dati sullo scaduto fatture avanzato dalle aziende verso ArcelorMittal, dati raccolti da Confindustria Taranto, hanno collocato intorno ad una trentina di milioni la somma che la committenza doveva erogare a fornitori e appaltatori. I sindacati hanno evidenziato che i mancati pagamenti di ArcelorMittal alle imprese esterne, stavano generando il mancato o il ritardato pagamento degli e stipendi al personale. “Da quel che so – osserva Pulpo -, un paio di milioni, forse anche qualcosa in più, sono stati pagati. Adesso, però, ArcelorMittal deve versare il 12 aprile gli stipendi ai propri dipendenti, vediamo quindi che succede per noi, come si procederà per l’indotto”. “Sì, anche noi, come sindacati, abbiamo avuto riscontri dalle aziende che qualcosa si è mosso per quanto riguarda i soldi attesi – spiega ad AGI Vincenzo Castronuovo di Fim Cisl -. Tuttavia, è evidente che se ArcelorMittal eroga piccole somme, a fronte di uno scaduto fatture consistente e di singole aziende che avanzano anche due milioni di euro, la sofferenza economica dell’indotto appalto resta immutata. Anche perché ogni fine mese scade un nuovo blocco di fatture”. “Avevamo denunciato appena qualche giorno fa che le aziende, non incassando da ArcelorMittal, non stavano pagando o versando solo acconti al personale – aggiunge Castronuovo -. Qualche piccolo passo avanti nel frattempo c’è stato. Resta ancora la criticità dell’azienda Giove”. “Per quel che sappiamo, domani il fronte delle imprese chiederà a Giorgetti garanzie circa la liquidità da assicurare all’indotto appalto siderurgico” conclude Castronuovo. Il problema dei mancati pagamenti di ArcelorMittal all’indotto appalto, è già esploso più volte da novembre 2019. È stata anche insediata, lo scorso settembre, una cabina di regia in Prefettura a Taranto, con Governo, azienda, associazioni delle imprese. Cabina di regia che ha sbloccato il contingente. Chiusa la cabina di regia, il problema si é ripresentato già ad inizio 2021. A questo si aggiunga che il sistema delle imprese di Taranto che lavora con l’ex Ilva è in credito di altri 150 milioni. Sono le fatture che Ilva non ha pagato prima di finire a gennaio 2015 in amministrazione straordinaria. Questo maxi credito è ora nella procedura aperta davanti alla sezione fallimentare del Tribunale di Milano. (AGI)