“I 680 milioni stanziati dal Governo sono stati effettivamente impiegati anche per saldare il pregresso nei confronti dell’indotto. Ovviamente, il previsto dilazionamento dei pagamenti a 180 giorni, in aggiunta ad una ripresa delle commesse di lavoro molto più lenta di quello che ci aspettavamo e ad un vero e proprio gap nel periodo compreso tra dicembre 2022 e marzo 2023, durante il quale i lavori erano ancora sospesi, possono causare qualche difficoltà”.
Così il presidente dell’Associazione Indotto AdI e General Industries, l’Ing. Fabio Greco, ha commentato le ultime notizie in merito alle sorti dell’indotto dell’ex Ilva.
“A.I.G.I. raggruppa 75 aziende delle oltre 90 che compongono l’indotto tarantino – spiega Greco – e nelle telefonate che intercorrono continuamente tra me e le imprese che fanno parte dell’associazione continua ad emergere questa lentezza nella ripresa che non permette di recuperare appieno le criticità pregresse”.
Il Presidente di A.I.G.I. ha spiegato che la situazione delle imprese appaltatrici dell’ex Ilva di Taranto è tale da richiedere azioni immediate e più incisive: “Ad esempio, dare seguito. Alla raccomandazione contenuta nell’ordine del giorno n. 9/908/19 che prevede di “adottare ogni utile iniziativa di sostegno al fine di tutelare le aziende dell’indotto, anche a fronte del protrarsi della crisi dell’impianto industriale”.
“Si tratta di tematiche – precisa Greco- la cui risoluzione non può più essere procrastinata nè lasciata nell’indeterminatezza. Per questo A.I.G.I. aveva richiesto la convocazione di un tavolo tecnico, attorno al quale tutti gli attori coinvolti potessero partecipare, col fine di trovare soluzioni condivise ed efficaci per una concreta ripresa economica del territorio”.
A tal proposito, il presidente di A.I.G.I. ribadisce quali sono le iniziative da attuare nel più breve tempo possibile per realizzare una svolta decisiva rispetto alla situazione attuale: “Il ripristino delle commesse di lavoro – spiega Greco – che anche il Governo aveva individuato quale azione da intraprendere a stretto giro e con ritmo molto più sostenuto di quello attuale, è indispensabile al fine di garantire una reale serenità economica alle aziende. Inoltre, è auspicabile che siano soddisfatte quanto prima le altre richieste da noi avanzate, ovvero: l’applicazione dell’art. 17 ter D.P.R. 633/72 riguardante l’operazione con scissione dei pagamenti (Split Payment e certificazione del credito) in virtù della partecipazione statale all’interno della società ADI con possibilità successiva di compensazione in F24 di contributi rateali e previdenziali/ assistenziali; la possibilità per tutte le Aziende dell’indotto dell’area di crisi di Taranto di avviare la CIG con pagamento diretto da parte dell’INPS indipendentemente dall’indice di liquidità; l’apertura della misura “rilascio area di crisi industriale Legge 181/89” a fronte del credito proveniente dall’ormai nota amministrazione straordinaria del 2015, costata allo stesso indotto 150 milioni di euro, creando così possibilità di investimenti, diversificazioni produttivi e recupero di posti di lavoro diretti e indiretti. Infine, un intervento che possa garantire una reciproca fiducia con gli istituti bancari, creando quel rapporto di cessione del credito favorevole a sopportare la transizione economica nei prossimi mesi.”.
“Riteniamo che queste proposte siano indispensabili alla risoluzione definitiva delle criticità che affliggono l’indotto – chiosa il presidente di A.I.G.I. – Per questo, continuiamo a richiedere un intervento concreto dell’esecutivo in tal senso”.