“Il problema per il siderurgico di Taranto non è sulla facoltà d’uso ma sulla possibilità di comprarlo”. Così l’ad di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, secondo quanto riferiscono ad AGI fonti presenti alla trattativa, ha spiegato, nell’incontro di oggi a Roma con i sindacati, il nodo di maggio 2022. Tra poco più di due mesi, infatti, in base al contratto Invitalia-ArcelorMittal di dicembre 2020, è previsto, a fronte del dissequestro degli impianti, l’acquisto dell’azienda da Ilva in ammininistrazione straordinaria, che da novembre 2018 l’ha data in fitto al gestore, prima ArcelorMittal, ora Acciaierie d’Italia. Il dissequestro giudiziario degli impianti appare molto problematico, se non impossibile, e questo il confronto di oggi pomeriggio in Confindustria, a Roma, lo ha sostanzialmente confermato. Il problema del dissequestro riguarda l’area a caldo, il cuore produttivo della fabbrica. L’azienda ha rinnovato la richiesta di cassa integrazione straordinaria per 3mila dipendenti dal 28 marzo prossimo e per un anno. Di questi, 2.500 sono a Taranto. C’è stato uno scontro tra l’ad Morselli e il segretario generale Uilm, Rocco Palombella, che ha detto: “Per noi vale l’accordo di settembre 2018. Diciamo no alla cassa integrazione straordinaria perchè prefigura migliaia di esuberi”. Secondo la Uilm, sarebbero infatti 5mila perchè ai 3mila in cassa straordinaria bisognerebbe aggiungere gli oltre 1.600 di Ilva in amministrazione straordinaria, in cassa straordinaria dal 2018, e per i quali non si evidenzia allo stato alcuna concreta possibilità di ritorno al lavoro in fabbrica. Il personale di Ilva in as è quello che nel 2018 ArcelorMittal, allora subentrata ad Ilva in as, gestione commissariale, non ha selezionato per l’assunzione ed il passaggio alla nuova società.
Il parere di Benaglia (Fim Cisl)
“L’incontro è servito perché abbiamo avuto chiarezza non sul piano industriale del futuro ma su come andrà il 2022, che è un anno di investimenti, di ripresa dell’attività produttiva e di aumento della produzione. Questa, per noi, è già una prima buona notizia che ovviamente non deve rimanere sulla carta”. Lo ha detto a Roberto Benaglia, segretario generale Fim Cisl, lasciando la sede di Confindustria nazionale a Roma dopo l’incontro con Acciaierie d’Italia, l’ex Ilva, e con l’ad Lucia Morselli. Incontro convocato per la cassa integrazione straordinaria per 3mila unità per un anno. “La cassa integrazione non deve portare esuberi e l’azienda ha garantito che non ci saranno esuberi con questa cassa integrazione – ha sostenuto Benaglia -. Ma la dichiarazione non basta. Deve essere tutto il processo che garantisce l’occupazione compresi anche quelli di Ilva in as. Continueremo a chiedere all’azienda dei risultati da questo punto di vista. Se non ci sono esuberi, chiediamo all’azienda – ha detto ancora Benaglia – di ridurre i numeri delle persone in cassa integrazione. Non è pensabile che l’azienda aumenta del 40 per cento la produzione e questo non abbia effetti sulla occupazione. Su questo l’azienda rifletterà”. Per Benaglia “ci deve essere una svolta in questo 2022, che è un anno tragico per tutta la produzione industriale. Taranto, per fortuna, e gli altri siti non stanno soffrendo le conseguenze della guerra e il fatto che mancano le materie prime e i rincari dell’energia è una conseguenza che l’azienda riesce a gestire”. (AGI)
Cosa pensa la Fiom
“Si è tenuto oggi un primo incontro preliminare sulla cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione con Acciaierie D’Italia, ex Ilva, presso la sede di Confindustria a Roma. L’accordo del settembre del 2018 con il Governo e con l’azienda era molto complesso ed aveva al centro il tema della piena occupazione. La risalita produttiva e le prospettive strategiche del gruppo, a partire dallo stabilimento di Taranto, dovevano accompagnarsi con una progressiva fuoriuscita dalla cassa integrazione e la rioccupazione dei lavoratori in amministrazione straordinaria.
Questi principi per noi non sono in discussione, qualsiasi strumento transitorio legato all’incertezza degli assetti societari e delle prospettive a regime della produzione e dell’occupazione non può prevedere il riconoscimento di esuberi strutturali.
L’azienda ha affermato che non intende dichiarare esuberi nel momento in cui conferma importanti investimenti per Taranto che riguardano il rifacimento dell’altoforno 5, la messa a regime della produzione dell’altoforno 4, la costruzione di un forno elettrico ed il consolidamento degli impianti a valle della fusione (acciaierie, treni nastri e laminazione).
Tutto ciò dovrà essere verificato insieme al piano industriale, agli investimenti, e alle missioni produttive e ai livelli occupazionali per ogni stabilimento con il coinvolgimento dei due Ministeri interessati: per queste ragioni restano molti nodi irrisolti”.
Lo dichiarano Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil e Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom- Cgil e responsabile siderurgia
La posizione di UglM
Nel pomeriggio di oggi la Segreterie Nazionale della UGL Metalmeccanici si è incontrata con la dirigenza di ex Ilva “Acciaierie D’Italia”nella sede nazionale di Ass industria .
In programma l’illustrazione degli stati di investimento sanciti nel crono programma , gli stessi hanno dichiarato che dall’inizio del 2022 c’è stata un’attenzione primaria e prioritaria riguardo agli investimenti di natura ambientale , il 40% in più rispetto al passato,sulle spedizioni e un aumento della qualità del prodotto finale .
L’’AD Morselli e il responsabile del personale Dott.Cascioli hanno ribadito che a tutt’oggi non sono previste riorganizzazioni nel personale presente e soprattutto hanno sottolineato la grossa difficoltà oggettiva nell’approvvigionamento delle materie prime, naturale conseguenza,dell’innalzamento dei costi dovuti alla guerra in Ucraina .
Le segreteria UglM ha ribadito che é per noi imprescindibile , chiarire gli aspetti fondamentali e le Criticità del del piano industriale , definire i ruoli , i soggetti funzionali dello stesso che ad oggi stenta a decollare nel rispetto del piano stesso .
Inoltre durante il confronto abbiamo evidenziato che è essenziale una maggiore trasparenza in merito alla richiesta di una reale necessità della cassa straordinaria proposta dall’azienda al fine di raggiungere gli obbiettivi concreti e strategici per la competitività produttiva e qualitativa legati alle priorità degli investimenti .
Infine rispetto alla complessità e all’importanza della questione trattate , riteniamo fondamentale un percorso di confronto per far sì che si rispetti l’accordo che ad oggi sembrerebbe messo in discussione .