Qui di seguito una nota del consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani e Presidente MRS:
“Serve una fotografia dettagliata sugli impianti di depurazione in tutta la regione, con uno zoom su quelli che presentano inefficienze e criticità o addirittura da dismettere. È una ricognizione necessaria, che ho chiesto con un’interrogazione urgente indirizzata all’assessore alle risorse idriche e tutela delle acque, Raffaele Piemontese. In particolare, chiedo di sapere se siano previsti fondi per l’adeguamento e la messa a norma degli impianti deficitari.
Visto che l’Arpa è tenuta a compiere un monitoraggio su depuratori e pozzi neri, chiedo di avere un quadro preciso di questi impianti e delle utenze che non sono ricomprese negli agglomerati urbani e dunque non recapitano nella pubblica fognatura. Dove vanno a finire gli scarichi? Come vengono raccolti e trattati i reflui da depurare? Sono interrogativi importanti, e le risposte potranno rassicurarci sul rispetto delle norme ambientali. Dall’effettivo adeguamento dei sistemi di fognatura, collettamento e depurazione degli scarichi nell’ambito del servizio idrico integrato, dipende la qualità delle nostre acque e la salute dei cittadini. Le acque reflue, se non adeguatamente trattate, possono deteriorare significativamente la qualità dell’acqua, causando un aumento della mortalità della fauna ittica e problemi diffusi come la proliferazione delle alghe, che minacciano interi ecosistemi.
Siamo preoccupati perché solo un depuratore su tre, in Puglia, risulterebbe completamente adeguato, e quasi uno su dieci presenterebbe gravi deficit infrastrutturali. Ecco perché vogliamo conoscere i risultati della ricognizione effettuata dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale, e se esista un catasto degli scarichi idrici di qualsiasi natura (in sub irrigazione, su suolo, in mare o altro corpo idrico, scarichi ed immissioni di acque meteoriche, pozzi neri) i cui reflui non siano recapitati nel sistema idrico Integrato. Ci aspettiamo risposte chiare, che possano dare certezze ai tanti cittadini in allarme”.
Visto che l’Arpa è tenuta a compiere un monitoraggio su depuratori e pozzi neri, chiedo di avere un quadro preciso di questi impianti e delle utenze che non sono ricomprese negli agglomerati urbani e dunque non recapitano nella pubblica fognatura. Dove vanno a finire gli scarichi? Come vengono raccolti e trattati i reflui da depurare? Sono interrogativi importanti, e le risposte potranno rassicurarci sul rispetto delle norme ambientali. Dall’effettivo adeguamento dei sistemi di fognatura, collettamento e depurazione degli scarichi nell’ambito del servizio idrico integrato, dipende la qualità delle nostre acque e la salute dei cittadini. Le acque reflue, se non adeguatamente trattate, possono deteriorare significativamente la qualità dell’acqua, causando un aumento della mortalità della fauna ittica e problemi diffusi come la proliferazione delle alghe, che minacciano interi ecosistemi.
Siamo preoccupati perché solo un depuratore su tre, in Puglia, risulterebbe completamente adeguato, e quasi uno su dieci presenterebbe gravi deficit infrastrutturali. Ecco perché vogliamo conoscere i risultati della ricognizione effettuata dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale, e se esista un catasto degli scarichi idrici di qualsiasi natura (in sub irrigazione, su suolo, in mare o altro corpo idrico, scarichi ed immissioni di acque meteoriche, pozzi neri) i cui reflui non siano recapitati nel sistema idrico Integrato. Ci aspettiamo risposte chiare, che possano dare certezze ai tanti cittadini in allarme”.