I lavoratori dell’ex Ilva si fermano per 32 ore e hanno raggiunto Roma per la manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil su industria, crescita e occupazione. L’iniziativa abbraccia diverse crisi industriali, sono attesi migliaia di lavoratori da tutta Italia. Tra le vertenze anche quella di ArcelorMittal con i dipendenti e i sindacati che protestano contro il nuovo piano industriale che prevede ulteriori 4.700 esuberi entro il 2023 per continuare a gestire lo stabilimento. Lo sciopero dei lavoratori dell’acciaieria di Taranto è partito alle 23 di lunedì 9, e si conclude alle 7 di mercoledì 11. “Riempiremo Roma”, ha detto il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, alla vigilia della manifestazione e nella giornata in cui il premier Giuseppe Conte, parlando dell’ex Ilva, ha aperto all’ingresso di aziende a partecipazione pubblica.
Da Taranto sono partiti verso la capitale 15 pullman, dopo il volantinaggio in fabbrica dei delegati sindacali di Fim, Fiom e Uilm. Stamattina la manifestazione nazionale a Roma, con concentramento alle ore 10 in piazza Santi Apostoli. Per Fim, Fiom e Uilm “è evidente che si rende necessario l’intervento del governo affinché si assuma una posizione chiara e in controtendenza rispetto a quanto prospettato da ArcelorMittal attraverso la presentazione del piano industriale”. Ha indetto lo sciopero anche il sindacato Usb, annunciando un presidio alle portinerie e poi un’assemblea davanti agli uffici della direzione di ArcelorMittal.
“Confidiamo che ci sarà qualche migliaio di lavoratori degli stabilimenti Ilva. Una partecipazione e una determinazione molto forti”, ha detto Landini.
I sindacati, intanto, sono stati convocati al ministero dello Sviluppo economico per giovedì 12 dicembre 2019, alle ore 17, per un incontro su Ilva in amministrazione straordinaria. L’incontro, al quale saranno presenti anche i commissari straordinari dell’Ilva, sarà presieduto dal ministro Stefano Patuanelli. Lo stesso Patuanelli ha parlato di “piano D”, riferendosi all’ipotesi, ventilata dal premier Giuseppe Conte, dell’ingresso “di una partecipata pubblica” per provare a trovare una soluzione alla crisi dell’acciaieria di Taranto, dopo il passo indietro degli acquirenti di ArcelorMittal. (da SkyTg24.it)