ILVA, GENITORI TARANTINI E DI MAIO: BOTTA E RISPOSTA

Il ministro: "La riconversione economica è la nostra risposta"

“Dubitiamo fortemente del vostro operato, tuttavia chiediamo che rivediate i decreti legge che hanno permesso l’attività inquinante del siderurgico tarantino in danno della salute dei cittadini italiani di Taranto e dell’ambiente, a partire da quello che prevede immunità penale ed amministrativa per i gestori dell’impianto”. E’ l’appello che il gruppo dei Genitori Tarantini rivolge al premier Giuseppe Conte e ai ministri dopo la sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo che, accogliendo il ricorso di 182 cittadini, ha condannato l’Italia per le mancate precauzioni a tutela della popolazione in merito alle emissioni dello stabilimento siderurgico Ilva. I Genitori Tarantini allegano alla lettera una foto che documenta fenomeni emissivi nello stabilimento siderurgico nella giornata del 29 gennaio, e chiedono “al ministro Di Maio cosa intendesse dire quando prometteva un controllo personale e puntuale della situazione ambientale e sanitaria legata alla nuova gestione”.
“Mi arrabbio un po’ quando si dice che l’Ilva è una promessa mancata: abbiamo promesso la riconversione economica e nella legge di Bilancio abbiamo accentrato in un unico comitato, che adesso sarà nominato e diretto dal Mise, tutti i fondi che si devono investire nei prossimi anni a Taranto, che riguarderanno anche l’Ilva e Mittal, per riconvertire economicamente il territorio perché possa essere disintossicato dalla dipendenza da un solo stabilimento industriale”. Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio in conferenza stampa, ricordando di aver “scoperto solo dopo le elezioni che c’era un contratto firmato Calenda con Mittal che non era noto prima e che ci vincolava, ma l’abbiamo fatto fruttare”.

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