FORZA ITALIA AFFONDA L’ACQUARIO E PENSA A FERRETTI

CONFERENZA STAMPA DI D'ATTIS, LABRIOLA, DE PALMA E DI CUIA. TUTTI CONTRO I CINQUESTELLE E IL SEN. TURCO

C’è il rischio concreto  di perdere l’investimento di Ferretti a Taranto se non si interviene subito. Il Mise ha già scritto al ministero del Sud affermando che se non si fa l’accordo di programma, il gruppo Ferretti abbandona il progetto su Taranto, abbandona la possibilità di farlo in Italia e si trasferisce in Grecia. Di qui la necessità di rivedere l’impostazione di alcune scelte del Contratto istituzionale di sviluppo per Taranto”. Lo hanno detto oggi, in una conferenza stampa a Taranto, i parlamentari di Forza Italia Mauro D’Attis (coordinatore regionale Puglia) e Vincenza Labriola, il neo consigliere regionale Puglia, Vito Di Palma, e il coordinatore FI Taranto, Massimiliano De Cuia, anticipando le imminenti decisioni del ministro per il Sud, Mara Carfagna.

Nella riunione del tavolo Cis che il ministro ha convocato per la mattinata del 7 dicembre in modalità video call – Carfagna, su delega del premier Mario Draghi, sovrintende infatti al Cis Taranto -, verrà infatti portata all’attenzione delle istituzioni e delle amministrazioni coinvolte nel Contratto istituzionale, la proposta di definanziare l’acquario green, sul quale sono stati postati 50 milioni, dirottando le risorse altrove”. “Dei 50 milioni inizialmente assegnati all’acquario green, che sarebbe dovuto sorgere nell’area della ex stazione torpediniere sul Mar Piccolo, 14 milioni – ha precisato D’Attis – saranno ridislocati sul progetto Ferretti. Altri 60 milioni verranno invece dal privato Ferretti. L’investimento – che prevede la costruzione di scafi per yacht – determinerà 200 posti di lavoro diretti”. “Abbiamo sinora aspettato di conoscere il piano di fattibilità dell’acquario – ha dichiarato oggi D’Attis -. Questo è un progetto che non ha alcuna fattibilità economica, non c’è un’analisi, non c’è uno studio”. Per D’Attis, “il senatore pentastellato Mario Turco, che ha gestito il Cis Taranto da sottosegretario alla presidenza nel Governo Conte II, fa solo campagna elettorale proponendo l’acquario”. “Turco- ha aggiunto D’Attis –  fa come hanno fatto i Cinque Stelle quando dicevano che a posto dell’Ilva ci dovesse essere un giardino fiorito, salvo poi a tenere l’Ilva”. “Noi all’acquario preferiamo i 200 posti di lavoro dell’investimento Ferretti sui quali comunque vigileremo – ha aggiunto D’Attis -. L’acquario non ha elementi di sostenibilitá. Quello di Genova, per esempio, costato 600 milioni, produce disavanzi”. D’Attis e Labriola hanno affermato che il ministro Carfagna ha sottoposto alcune proposte del Cis ad “una due diligence. Da qui è scaturita la necessità di rivedere in parte l’impostazione del Contratto istituzionale. Quindi – ha precisato D’Attis – 14 milioni circa andranno al progetto di Ferretti, a sostegno dell’investimento, mentre il resto verrà rimodulato su altri progetti per Taranto e per l’area di crisi, tra cui alcuni che riguardano l’ambiente. I soldi restano a Taranto ma usati diversamente, non c’è alcun taglio”. “Il Governo e il ministro Carfagna – ha affermato D’Attis – hanno deciso saggiamente sulla rimodulazione. E le scelte sono state discusse in una triangolazione  con Regione Puglia e Comune di Taranto”.

“Cetto La Qualunque direbbe: “più acquario per tutti, ma virtuale!”. Un po’ come il senatore Turco, che ci sta allietando da qualche giorno con una narrazione fantozziana della realtà, spogliandosi dal ruolo istituzionale che richiederebbe ben altro rigore e sbandierando lo pseudo progetto di un acquario senza, però, dire ai cittadini che si tratta di uno virtuale”. Così il commissario regionale di Forza Italia, l’on Mauro D’Attis. “Un altro dato certo -ha concluso D’Attis- è che nessuno ha tolto fondi a Taranto: il governo ed il ministro Carfagna hanno saggiamente optato per la rimodulazione delle risorse, destinandole a progetti seri”.
“In soccorso del senatore Turco -ha dichiarato il consigliere regionale Vito De Palma- è arrivato il collega dei cinque stelle Galante, che ha annunciato di interessare il presidente Emiliano affinché vigili sulla questione e la cosa mi fa piacere: se Emiliano si fosse occupato prima dell’intervento, forse avremmo scoperto che Turco non aveva messo a disposizione nemmeno un euro per l’accordo di programma. Suggerirei al collega Galante di interessarsi, piuttosto, delle tante promesse del senatore Turco al nostro territorio che sono rimaste lettera morta: a partire da quelle sul sito Miroglio di Castellaneta…”.
“E’ evidente -ha affermato il coordinatore cittadino Massimiliano Di Cuia- che sia iniziata la campagna elettorale e i 5 stelle utilizzino lo stesso modus operandi di sempre: quello delle fandonie raccontate alla città. Ricordiamo che hanno conquistato in passato largo consenso a Taranto promettendo ai cittadini che, in caso di ingresso nel governo nazionale, avrebbero chiuso immediatamente l’Ilva. Ogni commento è pleonastico”.

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