Si è concluso nel pomeriggio l’incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico tra i sindacati e il vice premier Luigi Di Maio: in apertura dell’incontro il neo-ministro ha chiesto un parere e un resoconto alle organizzazioni sindacali sullo stato dell’arte della vertenza Ilva, per capire le ragioni di interruzione del negoziato e com’è lo “stato d’animo” dei lavoratori. Ha poi chiesto come il Governo può andare incontro sia allo stabilimento che alla comunità di Taranto in una ipotetica bozza d’accordo.
“Come Fim-Cisl – spiega il segretario nazionale Marco Bentivogli – abbiamo ribadito che gli obiettivi sindacali sono sempre stati e restano la tutela dell’occupazione, l’accelerazione della realizzazione delle opere riguardanti l’AIA e far ripartire i gli impianti fermi ormai da anni (come il tubificio) per ridare ossigeno e attività al mondo degli appalti. Abbiamo spiegato quali elementi hanno rallentato il negoziato tra cui ricorsi al Tar, antitrust e non ultimo la necessità espressa da Arcelor Mittal di conoscere le intenzioni del nuovo Governo sul futuro di Ilva prima di procedere nel negoziato. Abbiamo informato il Ministro rispetto a ciò che ci ha allontanato dalle posizioni di Arcelor Mittal e cioè i numeri degli organici le garanzie di fine piano, e l’inserimento cronoprogramma degli investimenti sul piano ambientale e industriale. È fuori dubbio che Ilva così com’è oggi non può essere eco-sostenibile ma c’è la strada per poter rilanciare ambiente salute e lavoro grazie agli investimenti e l’uso di tecnologie come avviene in tutt’Europa a partire dall’applicazione di quanto prevede l’AIA. E’ chiaro però, che sulla vertenza pesa l’incertezza rispetto alle esternazioni politiche e a quanto scritto nel “contratto di governo”, abbiamo necessità di parole inequivocabili e di verità sul futuro dell’Ilva, altrimenti, difficilmente si potranno fare passi in avanti. Tirare oltre giugno è un problema non solo per le ditte d’appalto ma per la sicurezza, viste le carenze della gestione commissariale sia sul piano industriale che manutentivo. Una proroga, oggi, significa ridurre sicurezza di chi lavora in Ilva e mettere in conto licenziamenti e salari dei lavoratori degli appalti. Per noi possibile rendere questo impianto eco-sostenibile e salvare tutta l’occupazione”.
Bentivogli precisa: “A fine incontro il Ministro ha annunciato che da domani, chiuso il ciclo d’incontri, ci sarà un nuovo aggiornamento precisando che tutto il lavoro avverrà in continuità con quanto fatto fino ad oggi precisando che ci sono oggi disponibili tecnologie per ridurre l’impatto ambientale della produzione siderurgica. L’incontro è avvenuto con toni cordiali e annunci di “indisponibilità ad azioni unilaterali” è chiaro che senza alcuna pregiudiziale, lo verificheremo giorno dopo giorno. Mancano molte risposte, in primis di chiarimento rispetto al futuro dell’Ilva. Come Fim-Cisl siamo abituati a stare nel merito, giudichiamo e giudicheremo sempre l’albero dei frutti, se ci sarà buona disponibilità dialogo al confronto e saremo assolutamente contenti di confrontarci con il massimo apporto costruttivo. E’ chiaro che bisogna dare peso al ruolo del sindacato che rappresenta più dell’80% dei lavoratori (in termini di iscrizioni) e ricordarsi che non vi è più tempo per rinvii. Siamo sicuri di convincere il Ministro sull’importanza della Siderurgia da ciclo integrale e della sua ecosostenibilità”.