EX ILVA, TENSIONE ALLE STELLE: LUNEDI’ LA PROTESTA DELL’INDOTTO

Appello anche di associazioni e sindacati dopo lo sciopero dei giorni scorsi

Resta alta la tensione attorno alla vertenza ex Ilva.

Nelle ultime ore si registra, dopo le iniziative, con sciopero, dei sindacati, e l’appello di Confindustria Taranto al Governo, la decisione dell’Associazione AIGI, presieduta da Fabio Greco, che raggruppa le aziende del settore metalmeccanico, di  indire una manifestazione di protesta per lunedì 9 ottobre. Qui di seguito ecco la nota diramata alla stampa.

“Taranto sta per subire il secondo “BIDONE DI STATO”: l’amministrazione straordinaria di Acciaierie d’Italia, notizia diffusa da un autorevole quotidiano nazionale non smentita dal Governo.

Se queste notizie fossero confermate, determinerebbero danni incalcolabili non solo alle aziende dell’indotto siderurgico ma a tutta l’economia della città e del territorio.

Per pretendere RISPETTO PER TARANTO, lunedì mattina 9 ottobre circa 700 tra imprenditori AIGI e loro collaboratori terranno una manifestazione di protesta. A sostegno della vertenza Taranto sono state invitate le altre associazioni di categoria.

Il raduno è previsto alle 7 nel piazzale antistante la portineria C di Acciaierie d’Italia da dove partirà un corteo che raggiungerà la Prefettura di Taranto.

Alle 8.30 è prevista una conferenza stampa dinanzi la portineria C dello stabilimento”.

In campo anche associazioni e sindacati. Qui di seguito la nota di Casaimpresa/Confesercenti, Confesercenti
Confimprese Taranto, UNSIC, UPALAP:

“Il nostro gruppo di associazioni osserva con grande attenzione quello che ancora una volta sta accadendo sul territorio ionico, ormai strettamente dipendente dagli sviluppi, o  meglio dall’assenza di sviluppi, della grande vertenza dell’acciaieria.
Nello specifico, negli ultimi giorni, abbiamo letto la nota con cui AIGI, Associazione Indotto Adi e General Industries, esprime grande preoccupazione soprattutto per l’ipotesi paventata che Adi passi in Amministrazione Straordinaria, che metterebbe a serio rischio il tessuto imprenditoriale locale e i relativi posti di lavoro.
Preoccupa questa ipotesi, come preoccupa la poca chiarezza del Governo, peraltro di fronte ad  una spaccatura all’interno dell’esecutivo: la posizione assunta dal ministro Urso nei primi mesi dell’anno, a favore dell’ingresso in maggioranza dello Stato nella società che gestisce la fabbrica, è lontana da quella manifestata negli ultimi tempi, e interpretata nell’incontro tenuto a Palazzo Chigi dal sottosegretario Mantovano, ma in altre circostanze anche dal ministro Fitto.
Noi non possiamo che condividere i timori espressi da Aigi, come anche da tutti i rappresentanti sindacali intervenuti a più riprese sulla vicenda, e non possiamo che sostenere le iniziative di protesta che la stessa associazione, che rappresenta la quasi totalità delle realtà imprenditoriali dell’indotto ex Ilva, ha organizzato. E’ evidente che da questa vertenza dipende per la gran parte lo stato di salute economica del territorio: l’incertezza attuale determina effetti a cascata che dal tessuto imprenditoriale si riversano sui lavoratori, sulle loro famiglie, e sul commercio cittadino che già annaspa da un po’.
Inoltre riteniamo inammissibile che, con una vertenza di questa portata e che richiede celerità di decisioni e conseguenti azioni mirate, non esiste un luogo di confronto in loco, nel quale discutere apertamente. Si predisponga dunque al più presto un tavolo locale, facendo in modo che attorno al quale ci siano Comune, Regione, oltreché i rappresentanti dei lavoratori e delle imprese.
Vale giusto la pena ricordare che uno strumento prezioso come il Cis, nel quale venivano affrontate moltissime questioni di diretto interesse per il territorio, non si riunisce da ormai un anno. Si riaprano dunque i canali della comunicazione e si creino occasioni di confronto a 360°”.

Primopiano