RICEVIAMO e pubblichiamo dalla Fiom Cgil una nota sull’ultimo incontro avuto con i rappresentanti di Acciaierie d’Italia.
In data 24 febbraio 2023 l’azienda ha convocato le organizzazioni sindacali per dare seguito agli impegni assunti in Confindustria a Roma, lo scorso 30 gennaio, per individuare un percorso condiviso in cui discutere della risalita produttiva e degli investimenti necessari al raggiungimento di tale obiettivo.
All’incontro era presente il nuovo responsabile delle risorse umane Virginia Piccirilli che ha illustrato alcune iniziative sul piano formativo per i dipendenti, oltre che alcuni progetti in merito alla decarbonizzazione, all’efficientamento energetico, all’avvio dei lavori per il rifacimento dell’altoforno n. 5, previsto quest’ultimo per il secondo quadrimestre, ed investimenti sulla sicurezza.
È del tutto evidente che già in molte occasioni erano state annunciate alcune iniziative che successivamente non hanno trovato nessun riscontro e, pertanto, prima di esprimere un giudizio sulle ulteriori iniziative enunciate dalla multinazionale crediamo sia necessario che il confronto sindacale continui al fine di confrontarsi sugli impegni che l’azienda ha annunciato.
Infatti, la Fiom Cgil ritiene non più rinviabile una discussione sugli investimenti a breve termine per garantire una risalita produttiva, attraverso la ripartenza dell’Altoforno n.2, ed interventi strutturali sugli impianti per garantire una maggiore sicurezza ed una marcia costante della produzione che in questi ultimi mesi ha prodotto molti stop and go. Quest’ultimi sono legati ad un’assenza di manutenzioni, di materie prime, di ricambi e di una situazione ormai arrivata al collasso che riguarda il mondo dell’appalto che non garantisce, per le note vicende di mancanza di liquidità, le attività necessarie a garantire degli interventi sugli impianti.
Inoltre, la Fiom Cgil ha chiesto maggiori chiarimenti in merito all’utilizzo delle risorse messe a disposizione dal governo ed ha elencato le problematiche che dovranno essere trattate nei prossimi incontri che avranno una scadenza bisettimanale.
I punti che la Fiom Cgil ha sottoposto al tavolo di discussione, da affrontare nei prossimi incontri, sono i seguenti:
Investimenti per la risalita produttiva e situazione impiantistica. Bisogna accelerare con il piano degli investimenti altrimenti per evitare il collasso degli impianti che già pagano un ritardo sugli interventi di manutenzione;
Utilizzo della cassa integrazione. Crediamo che su questo tema si debba aprire un confronto serrato con l’azienda per evitare tutte le storture che in questi mesi hanno determinato denunce ed uno scollamento con la base;
Formazione ed inquadramento professionale. La Fiom considera strategico l’investimento di ADI sulla formazione ma deve trovare un maggiore coinvolgimento dei lavoratori di tutte le categorie per perfezionare e sviluppare conoscenze e competenze professionali. In merito all’inquadramento professionale bisogna aprire un tavolo di confronto per verificare i tanti casi di lavoratori che ad oggi non si sono visti il giusto riconoscimento professionale.
Amianto. Ad oggi l’azienda, nonostante i continui solleciti della Fiom CGIL, non ha incontrato i Rappresentati della Sicurezza per illustrare lo stato di avanzamento dei lavori di bonifica da Amianto. Riteniamo che debba essere istituito un tavolo specifico per fornire tutti gli elementi e informazioni utili per i nostri RLS al fine di conoscere i rischi che potrebbero interferire con i lavoratori.
Certificazione Tubificio 2. È del tutto evidente che l’eventuale non rinnovo della certificazione del tubificio n. 2 determinerebbe un abbandono di un settore molto importante e strategico per il sito di Taranto. Questo è un tema che dovrà essere affrontato con la Direzione aziendale necessario a conoscere le future intenzioni di Acciaierie sul suddetto reparto.
DVR RLS. Ad oggi i nostri RLS non hanno la possibilità di avere una copia del documento di valutazione del rischio, così come previsto dal testo unico della sicurezza, e tale situazione non ci consente di verificare problematiche che riscontriamo su alcune attività;
Gestione del Personale. Bisogna cambiare il modus operandi di tale gestione che ha procurato un ulteriore scollamento con i lavoratori, stanchi di subire continui soprusi soprattutto per un’assenza di comunicazione con gli stessi dipendenti;
Parcheggi Ilva. Questa criticità è stato più volte sollevata dalla Fiom Cgil che ha richiesto incontri al Prefetto di Taranto ed al consorzio ASI, ma ogni volta ha visto l’assenza ingiustificata dell’azienda. Il lavoratore di Acciaierie d’Italia merita rispetto e bisogna aprire una nuova fase di dialogo tra istituzioni ed azienda per garantire un parcheggio dignitoso e sicuro per i lavoratori;
Lavori AIA. In questi giorni abbiamo verificato la sospensione di alcune attività inerenti i lavori previsti dall’AIA. La scadenza prevista dal Piano Ambientale è il 23 agosto 2023 e riteniamo necessario un confronto per conoscere il crono programma dell’attuazione delle prescrizioni AIA.
Cassa integrazione straordinaria.
In merito all’avvio della procedura di cassa integrazione riteniamo non più rinviabile un focus sui numeri del personale posto in cassa integrazione che deve, inevitabilmente, essere collegato alla ripresa produttiva annunciata ed agli investimenti di manutenzione necessiri per un corretto funzionamento degli impianti. Tale discussione sarà affrontata in sede ministeriale ma, ribadiamo sin da subito che, così come fatto in fase di avvio della stessa procedura di cassa, bisogna fare chiarezza sulla ripartenza di AFO/2 e sulla sua attività produttiva.
Infatti, in contraddizione con quanto dichiarato a Roma dall’Amministratore Delegato di ADI, lo scorso 30 gennaio, in cui si annunciava la ripartenza a giugno del 2023, la procedura di cassa prevede un periodo di marcia per circa un trimestre nell’anno in corso.
È necessario che questo percorso prosegua a Taranto e a livello nazionale per la verifica della reale consistenza delle risorse necessarie ad effettuare gli investimenti, indispensabili per la ripresa produttiva e il risanamento ambientale, soprattutto se si vuole traguardare una transizione ecologica della produzione di acciaio.
Riteniamo, infatti, che nessuna transizione ecologica possa essere attuata se non si interviene nell’immediato per rilanciare lo stabilimento siderurgico di Taranto.