EX ILVA, IL GRIDO DEI SINDACATI: “TRATTATIVA DISASTROSA CON IL GOVERNO”

LE PAROLE DEI SEGRETARI NAZIONALI DEI METALMECCANICI

I sindacati def iniscono disastroso l’incontro con il governo sull’ex Ilva a palazzo Chigi e proclamano 8 ore di sciopero unitario in tutti gli stabilimenti. “È andato malissimo anche rispetto alle aspettative che erano minime. Subordinano ogni decisione dall’assemblea dei soci prevista per il 23 novembre”, dice il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, lì si capirà se il socio intende restare in Italia. “ArcelorMittal non può tenere in ostaggio il Paese”, dice il segretario generale della Fiom, Michele De Palma. Il segretario generale della Fim Cisl, Roberto Benaglia aggiunge che il governo promette comunque che “lo stabilimento non chiuderà”.

Il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella racconta al termine: “senza alcun tentennamento, unitariamente abbiamo proclamato otto ore di sciopero in tutti gli stabilimenti di Acciaierie d’Italia”. “L’incontro è andato male anche rispetto alle minime aspettative che avevamo. Abbiamo ricevuto risposte talmente preoccupanti che ovviamente ci hanno lasciato con più dell’amaro in bocca”, afferma Palombella, Il governo subordinerebbe “tutta la strategia per salvare l’acciaio di stato a una riunione dell’assemblea dei soci”, il 23 novembre, dove sarà richiesta una ricapitalizzazione di 320-330 milioni di euro per gestire l’emergenza. “Da quello che succederà il 23, si potrà capire se il socio privato continuerà a rimanere o non rimanere nel nostro paese”, dice Palombella, “lì si capirà se il socio privato sarà disponibile a investire ancora in Italia”. “Dov’è l’autorevolezza di questo Stato?”, domanda il capo sindacale.

Per il rilancio dell’ex Ilva “abbiamo la necessità di alzare il livello”. Lo afferma il segretario generale della Fim Cisl, Roberto Benaglia, al termine dell’incontro con il governo a palazzo Chigi da cui sarebbe emersa “un’idea di incertezza totale”. “A oggi l’incertezza è fortissima ed è grave che dopo il memorandum of understanding con ArcelorMittal che noi abbiamo appreso dai giornali, oggi il governo non ci abbia detto a che stato è e se esiste una trattativa e a che punto è. Si andrà il 23 a vedere nell’assemblea dei soci se i Mittal tirano fuori i soldi per ricapitalizzare lo stabilimento”, dichiara Benaglia. “Il governo ha garantito alcune cose che ci teniamo molto strette: ha garantito che non ci sarà fallimento e non ci sarà spegnimento dell’attività”, aggiunge il segretario generale della Fim e anche sulla sicurezza “il ministero interverrà per garantire al massimo la manutenzione e le certezza delle conduzione di uso in sicurezza”. Ma, per Benaglia, “manca la fase fondamentali: non si sa dove sta andando la trattativa con il socio privato per il rilancio”, servono 5 miliardi per il rilancio. “Sembra sbagliato, inedito, ingiusto e insostenibile che lo stato metta 2 miliardi e 300 milioni e il socio privato – conclude – non ci metta nulla”.

“ArcelorMittal non può tenere in ostaggio i lavoratori degli stabilimenti di Acciaierie d’Italia, non può tenere in ostaggio il governo italiano e non può tenere in ostaggio i cittadini delle città dove ci sono gli stabilimenti”. Lo afferma il segretario generale della Fiom Cgil, Michele De Palma, al termine dell’incontro sull’ex Ilva a palazzo Chigi. “Il governo deve decidere se sta con i lavoratori o con una multinazionale che fino ad oggi non ha garantito la produzione, ha fatto cassa integrazione emesso a rischio la siderurgia, l’ambiente e la salute e sicurezza dei lavoratori. Il governo si deve assumere la responsabilità di dire basta di essere tiranneggiato dalla multinazionale”, continua De Palma. “E’ ora che si faccia un negoziato vero, una contrattazione vera – aggiunge – per questo noi crediamo lo sforzo ai lavoratori di scioperare, che non è facile in questa situazione, ma è l’unico strumento che abbiamo per provare a negoziare nei confronti dell’azienda.

“L’unica cosa che emerge e che il governo sta attendendo, è che la multinazionale dica se vuole metterci i soldi. Clamoroso il punto a cui siamo. Il governo prende ordini dalla multinazionale e ne subisce i ricatti, ne è quindi suddito”. Lo sottolineano Francesco Rizzo e Sasha Colautti dell’Esecutivo confederale Usb dopo il vertice sull’ex Ilva a palazzo Chigi. “Il tavolo – aggiungono – non ha per l’ennesima volta visto la presenza di Ministri. Una discussione pressoché inutile, perché non ha dato alcun elemento di concretezza e novità sul memorandum discusso con ArcelorMittal dal ministro Fitto. Abbiamo ribadito che di questo vogliamo conoscerne i contenuti, capirne il perimetro industriale e le garanzie. Ma su questo non è stato possibile sviluppare nessuna discussione né avere indiscrezione alcuna”. Secondo Rizzo e Colautti “non è accettabile che si stia svolgendo una trattativa priva di confronto con le organizzazioni sindacali. Se il Governo vuole buttare altri soldi pubblici nel pozzo senza fondo chiamato ArcelorMittal deve assumersene la responsabilità. Per Usb la strada da percorrere è molto chiara ed è sempre quella: lo Stato deve nazionalizzare, assumere il controllo degli stabilimenti per rilanciare la produzione e garantire la transizione ecologica e la decarbonizzazione. Taranto, Genova e gli altri siti attendono risposte, i lavoratori diretti, quelli di Ilva in As e dell’appalto attendono risposte che non arrivano mai e sono per questo esasperati”. E’ necessario “dare subito – concludono i due sindacalisti – un segnale forte di dissenso: proclamiamo 8 ore di sciopero, che dovranno essere caratterizzate da iniziative di mobilitazione da svolgersi in tutti i siti del gruppo”.

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