E’ tornato davanti alla sezione
specializzata in materia di impresa del Tribunale civile di Milano,
presieduta da Angelo Mambriani, il procedimento instaurato da una
decina di cittadini di Taranto che chiedono la chiusura dell’ex Ilva
per problemi ambientali e sanitari. Dopo la pronuncia dello scorso
giugno della Corte di Giustizia europea, la palla è tornata al
Tribunale meneghino che dovrà decidere se le azioni messe in atto
dall’acciaieria siano sufficienti a scongiurare pericoli per la
salute.
Sul tavolo restano le questioni sul ruolo della valutazione di danno
sanitario nel procedimento di rilascio e riesame dell’Autorizzazione
integrata ambientale (Aia), lo scenario sulle emissioni e i tempi di
adeguamento delle attività industriali al quadro normativo.
Oggi, davanti al giudice Mambriani la proprietà ha ribadito di aver
rispettato tutte le regole, mentre i ricorrenti (ossia i cittadini che
hanno firmato l’esposto) hanno chiesto i termini per presentare
memorie e atti per ribadire la necessità di mettere ‘in sicurezza’
Taranto. L’udienza è stata quindi rinviata al prossimo 6 febbraio del
2025, anche per la questione legata ai risarcimenti, quando non
arriverà comunque la decisione del giudice.